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S&P 500 ha azzerato tutti i precedenti guadagni, Dollaro in recupero

Questa settimana i titoli più rischiosi non si sono comportati molto bene, si è assistito a forti sell off nel mercato delle commodities e a un buon recupero per il Dollaro.   Il nervosismo ha toccato venerdì il suo apice dopo che JP Morgan ha annunciato che, sebbene gli utili risultino molto positivi, il futuro potrebbe riservare ancora molte zone d’ombra. L’indice S&P 500 ha azzerato tutti i precedenti guadagni e ha chiuso la settimana in flessione dell’1%.  La seduta negativa negli USA ha avuto ripercussioni  sul mercato Forex e ha fatto indietreggiare l’euro di 0,5 big figure durante la settimana, dopo il ritracciamento di quasi .015 verificatosi alla fine della settimana.

La settimana è iniziata con la pubblicazione di una notizia importante.  Lunedì la Cina ha annunciato un aumento delle esportazioni su base annua, pari al 17,7%, un dato migliore delle attese.  La notizia riflette la forza potenziale di questo paese rispetto ai suoi principali partner economici.  Ma se i titoli delle principali notizie si concentrano sulle esportazioni, anche i dati sulle importazioni risultano altrettanto rilevanti.  Le importazioni sono cresciute del 56% su base annua, mostrando che il mercato emergente sta tenendo nonostante la recessione a livello mondiale.   Le importazioni dall’Australia e dalla Malesia, ad esempio, sono raddoppiate.

La Banca Centrale Cinese (PBOC) ha attuato nel corso della settimana scorsa una serie di iniziative volte a frenare i tassi di interesse.  Primo, la Banca ha alzato il rendimento dei titoli a un anno di circa 8 punti base all’1,8434%, contro attese per 4 punti base. Inoltre, la PBOC sta drenando liquidità dal sistema bancario per ridurre l’accesso al denaro per l’interno del sistema.  Venerdì la banca ha venduto 200 miliardi di yuan in quella che appare la più grande operazione di riacquisto di titoli a breve termine dal 2004. La Cina ha alzato il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche di 0,5 punti percentuali, il primo incremento dal 2008.Tutte queste operazioni si inseriscono nel generale processo di restrizione della politica monetaria attuata dalla Cina.

Anche in Asia, le esportazioni giapponesi hanno registrato a novembre la più bassa flessione annuale da 14 mesi, segno di una certa ripresa del commercio globale.  Ciò ha agevolato l’aumento del surplus di conto corrente per il quarto mese consecutivo. Le esportazioni sono diminuite del 7% dall’anno precedente, dopo un calo registrato a ottobre del 24,6%, mentre le importazioni sono scese del 18,2%.   Il surplus è aumentato del 76,9%  arrivando a 1,1 trilioni di yen (11,9 miliardi di dollari). Le esportazioni verso l’Asia hanno registrato attualmente il loro primo guadagno annuo da novembre 2008, segnale che sottolinea la forza della ripresa in questa regione.  La fiducia dei commercianti giapponesi è aumentata a dicembre per la prima volta in tre mesi. L’indice del Cabinet office è salito al 35,4% dal 33,9 di novembre.

Mercoledì, i dati provenienti dagli USA hanno catturato l’attenzione a seguito della pubblicazione del Beige Book. Secondo la FED, le condizioni dell’economia statunitense hanno continuato a migliorare leggermente a fine 2009, ma i risultati ancor deboli del mercato del lavoro e del settore immobiliare bloccano le attività.  Nel suo ultimo report del beige book la FED ha reso noto che 10 distretti hanno aumentato l’attività o migliorato le condizioni economiche, mentre 2, Filadelfia and Richmond, hanno fatto registrare risultati contrastanti.  Il Beige book rappresenta una sintesi dell’attività economica e sarà alla base del prossimo meeting della banca centrale in programma per il 26-27 gennaio.

Giovedì è stato pubblicato il risultato sulle vendite al dettaglio negli USA che hanno fatto inaspettatamente segnare a dicembre una flessione, segnale di un arretramento del settore durante le vacanze, mentre l’economia affrontava l’alta disoccupazione.  Secondo il Commerce Department la vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,3%.  Gli economisti si aspettavano un incremento dello 0,5%.

Le vendite a novembre, tuttavia, sono state riviste al rialzo, con un incremento dell’1,8%, dall’1,3% registrato precedentemente. Anche a ottobre le vendite erano risultate in rialzo dell’1,2%.  Ad esclusione del settore dell’auto, tutte le altre vendite al dettaglio sono diminuite a dicembre dello 0,2%. Gli economisti si attendevano un incremento dello 0,3%.

Venerdì il mercato ha dovuto fare i conti con una serie i dati. I prezzi al consumo negli USA sono continuati a salire a dicembre 2009 ad un ritmo moderato rispetto al mese precedente, segnale che una lenta ripresa dell’economia sta mantenendo sotto controllo l’inflazione.  L’indice annualizzato dei prezzi al consumo è aumentato di appena lo 0,1% nello scorso mese, seguendo l’incremento dello 0,4% registrato a novembre.  L’indice CPI core, che esclude le componenti di cibo ed energia, si è anch’esso incrementato dello 0,1%, dopo un risultato invariato a novembre.  La produzione industriale è aumentata dello 0,6% a dicembre, dal momento che un clima insolitamente rigido ha agevolato le società dell’energia a contrastare il leggero calo nella produzione.

Il quadro contrastante che è emerso dal report di venerdì della Fed ha mostrato che la ripresa economica resta incerta a causa dell’atteggiamento di consumatori e aziende ancora frenati verso i consumi e le spese.

Da un punto di vista tecnico l’indice S&P 500 è stato in grado di mantenersi sul doppio supporto della trend line, nonostante la sessione di sell-off di venerdì.

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Il dollaro australiano ha mostrato una buona forza relativa nel corso della settimana scorsa dopo che il risultato sulla creazione di posti di lavoro in Australia è risultato a dicembre migliore delle attese. La crescita dei posti di lavoro è aumentata per il quarto mese consecutivo e sta contribuendo a rafforzare l’ipotesi di un ulteriore aumento dei tassi da parte dell’RBA. L’occupazione è salita di 35,2 mila unità rispetto al mese precedente, più di tre volte della stima media degli economisti pari a 10 mila unità, con i posti di lavoro a tempo determinato che si sono incrementati di 27,9 mila unità. Inoltre, la percentuale dei disoccupati è scesa al 5,5% dal 5,6% registrato a novembre.

Nel corso della settimana l’attenzione del mercato sarà rivolta lunedì al risultato sulla Produzione Industriale Giapponese, seguito martedì dal dato sulla Fiducia dei Consumatori.  Martedì sarà reso noto il risultato sui Prezzi al Consumo nel Regno Unito e quello sulla Produzione nel settore immobiliare. Secondo le stime, il CPI dovrebbe aumentare del 2,9% su base annuale. L’indagine ZEW nell’UEM e la decisione della BOC sui tassi d’interesse avranno una forte influenza sulla sessione intraday.   Giovedì sarà la volta del Leading Economic Index giapponese, seguito dai Leading Indicators negli USA e dall’Indice Fed di Filadelfia.  Venerdì sarà reso noto il PMI nell’UEM seguito dagli Ordinativi all’Industria.
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