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Odio Nella Città dell’Amore

Parigi

La credenza vuole che venerdì 13 porti sfortuna, e di certo è stato così per i 129 civili che venerdì scorso hanno perso la vita a Parigi, la Città dell’Amore. Queste persone si trovavano semplicemente nel posto sbagliato, al momento sbagliato, quando i terroristi associati con lo Stato Islamico hanno lanciato una serie di attacchi coordinati che hanno lasciato una scia di altre 352 persone ferite, di cui 99 rimangono in condizioni critiche. Le vittime erano sconosciute agli attentatori, il cui odio era diretto a ciò che considerano i simboli della società occidentale; questo sarà di poco conforto alle famiglie e agli amici delle persone che hanno perso la vita e sono rimaste ferite. Lo scopo degli attentatori era creare paura e caos a Parigi, creare terrore subliminale in tutta Europa: se può accadere a Parigi, può accadere in qualsiasi altra capitale europea. Non devono preoccuparsi; lo sappiamo da decenni, come i cittadini di Londra, Madrid, Atene, Vienna, e molte altre città possono confermare.

L’indignazione a Parigi arriva sulla scia di distruzione di un aereo passeggeri che riportava in Russia i vacanzieri dopo un viaggio a Sharm el Sheik, sulla costa egiziana del Mar Rosso. Quell’atrocità ha portato con sé 321 vittime, ed è stata senza dubbio causata da una bomba piazzata nella stiva dell’aereo.

Questi eventi provocano rabbia e repulsione non solo nelle comunità colpite dagli attacchi, ma in tutto il mondo. Mentre la conta di queste atrocità continua a salire, aumentano anche le probabilità di una decisiva risposta armata da parte dell’occidente (una reazione armata l'abbiamo visto stamane, con gli aerei francesi che hanno bombardato la città di Raqqa, in Siria, la capitale del "califfato"). In Occidente non c’è voglia del tipo di guerra che servirebbe a distruggere le fondamenta dell'IS, a causa del numero di civili e militari che causerebbe, ma alla luce degli ultimi fatti, questi atteggiamenti cambieranno.

La risposta dei mercati in Francia e nel resto del mondo agli ultimi attacchi terroristici sarà probabilmente silente. La ragione per questo apparente sangfroid è che l’uccisione di civili ha un impatto economico minimo. La Francia dispone di una sicurezza sofisticata e di un’intelligence che collabora con le controparti europee ed alleate in tutto il mondo, la ma la natura stessa dell’attacco di venerdì, e la volontà dei suoi esecutori di togliersi la vita durante il suo compimento, rende impossibile sventare qualsiasi piano. Per ovvie ragioni, le forze di sicurezza tacciono sulla maggior parte di quelli che invece sono già stati sventati.

Gli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001 in America sono stati più distruttivi in termini materiali e, ovviamente, di vite umane: 2.973 anime hanno perso la vita, in più di 6.000 sono rimasti feriti. Le iconiche torri gemelle che sono state distrutte quel giorno erano parte del complesso di sette edifici del World Trade. Poco tempo prima dell’attacco, era stato stipulato un nuovo contratto di utilizzo degli spazi per altri 99 anni, per un valore di 3,2 miliardi di Dollari. Le torri erano il cuore del centro, e ospitavano tutto ciò che andava dal settore finanziario, amministrativo, a quello assicurativo (in breve, avevano un significato economico importante). Si stima che l’immediato danno economico arrecato dagli attacchi sia costato agli Stati Uniti 75 miliardi di Dollari (gli attacchi francesi, per quanto tragici, non arriveranno a questo livello di impatto economico diretto).

Il turismo costituisce il 7% del PIL francese, e naturalmente Parigi ne attrae una buona fetta. Senza dubbio, mentre le misure di sicurezza rimangono serrate e continua la caccia all’uomo per uno dei terroristi che si crede sia sopravvissuto alla mattanza, questo evento avrà impatto negativo sul turismo, ma l’esperienza ci dice che in Europa, avrà vita breve. Non si può dire lo stesso per l’Egitto, se si conclude che è stata una bomba a far cadere l’aereo russo. La percezione generale è che le destinazioni turistiche del Nord Africa portano con loro dei rischi associati alla sicurezza; come dimostra anche il massacro sulle spiagge della Tunisia che a Giugno ha portato 38 morti. Queste nazioni è probabile che vedranno una forte perdita economica dovuta al calo del turismo, e alla loro (percepita) incapacità di tenere al sicuro i villeggianti in vacanza. Pochi turisti occidentali saranno probabilmente attratti da una destinazione vacanziera dove essi stessi percepiscono di non essere al sicuro.

Mentre scrivo, non si vedono conseguenze dirette degli attacchi di venerdì sui mercati azionari europei, che erano leggermente al rialzo rispetto ai valori di chiusura. Il costo umano delle persone coinvolte in questi eventi, chiaramente, è incalcolabile.

Dr.Mike Campbell
Informazioni su Dr.Mike Campbell
Dr. Mike Campbell è uno scienziato ed uno scrittore freelance inglese. Mike ha conseguito il suo dottorato di ricerca a Ghent (Belgio) e, dopo aver lasciato il Regno Unito, ha lavorato in Belgio, Francia, Monaco e Austria. Come scrittore, si è specializzato nell’ambito economico, scientifico, medico e ambientale.
 

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