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Tendenze all’interno di Tendenze

Negoziare seguendo il trend è il modo più semplice e statisticamente più affidabile da utilizzare nei mercati. In questo articolo esamineremo cosa potete aspettarvi dalle tendenze nel Forex, nei maggiori indici azionari e nelle materie prime sulla base dei dati storici degli ultimi 16 anni.

Definire un Trend

Quando si conduce un’analisi di asset diversi su un certo periodo di tempo, ha senso usare una semplice unità di misura del trend. La definizione è la seguente: se il prezzo di apertura settimanale di un asset è superiore a quello di 13 e 26 settimane prima, ci troviamo in un trend rialzista. Viceversa, se il prezzo è inferiore a quello di 13 e 26 settimane prima, ci troviamo in un trend ribassista. Quando non viene rispettato nessuno di questi criteri, l’asset è privo di tendenza. L’analisi generale viene condotta supponendo che un asset in un trend rialzista viene acquistato in apertura di ogni settimana, o viceversa venduto, se si trova in un trend ribassista. Qui non vengono considerati commissioni, spread e swap, poiché lo scopo è solo quello di quantificare il fenomeno del trend, non di presentare una strategia di trading completa. Non è stata utilizzata nessuna leva finanziaria. L’analisi è stata condotta prevalentemente sui dati storici degli ultimi 16 anni, da luglio 2001 alla fine di giugno 2017.

Tendenze nel Forex

Sono state analizzate le coppie di valute in cross con il Dollaro statunitense con i volumi di trading più elevati, e tutte hanno prodotto misurazioni positive del trend eccetto la coppia USD/CHF. C’è da dire che non erano disponibili dati per la coppia NZD/USD prima del 2003.

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I cali dai picchi massimi ai minimi sono segnati sotto la voce “Worst DD” (i “cali peggiori”). Si tratta di una statistica importante, poiché per i trader più perspicaci, le proporzioni del calo rispetto ai profitti avranno la stessa importanza dei profitti totali. Il fattore di rendimento è un importante metodo di misura per i trader che investono seguendo il trend, poiché mostra la relazione fra i profitti totali e il calo peggiore. Viene mostrato anche il tasso di crescita annuale composto (CAGR), che esprime quale sarebbe l’ammontare totale dei rendimenti di un investimento su base annuale. Qui di seguito trovate i risultati settimanali nel tempo, sotto forma di grafico:

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Si possono notare alcuni elementi interessanti. Innanzi tutto, tutte le coppie di valute insieme hanno prodotto un CAGR del 5,95%, con un calo massimo del 91,67%.

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Una strategia di “buy and hold” applicata allo S&P 500, l’indice dei maggiori titoli azionari statunitensi, per lo stesso periodo di tempo, avrebbe prodotto un rendimento pari al 97,92% con un CAGR del 4,6%, incluso almeno un calo superiore al 50%. Sembra che il Dollaro statunitense produca trend analoghi a quelli del mercato azionario. Un confronto più equo, tuttavia, esamina i risultati dell’indice S&P 500 applicando la stessa strategia di investimento in linea con il trend.

Il risultato è un rendimento totale del 50,11% con un CAGR del 2,7% e il calo peggiore del 36,24%, producendo un fattore di rendimento pari a 1,38. Bisogna ammettere che questo si può paragonare positivamente ai risultati Forex, con il CAGR che è superiore alla maggior parte delle coppie di valute, ma cosa ancora più importante, il calo massimo è relativamente ridotto. Ha la meglio su tutto, eccetto la coppia di valute GBP/USD.

Il comportamento estremamente negativo e insolito del Franco svizzero (CHF) è una caratteristica d’eccezione nell’universo Forex. Non si tratta semplicemente di un fallimento nello stabilire un trend, ma della forte propensione ad invertirsi e tornare ad una media. Nonostante qui non siano stati inclusi i dati, eccetto per i cross con l’Euro, le coppie di valute (non in cross con l’USD) non hanno registrato buone performance negli ultimi anni. Questo dovrebbe essere un avvertimento per i trader che investono seguendo il trend nel Forex, poiché come possiamo sapere che le stesse coppie che presentavano trend affidabili in passato continueranno a farlo in futuro, soprattutto quando gli indici azionari sembrano avere trend affidabili nel lungo periodo? Ecco i risultati dello stesso test applicato all’indice S&P 500 solo sul lato lungo:

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Il risultato è un rendimento totale del 53,97%, con un leggero CAGR del 2,73%, ma un significativo miglioramento per quanto riguarda il calo peggiore, sceso al 18,78%. Il risultato è superiore a qualsiasi coppia di valute eccetto la coppia GBP/USD, anche per quanto riguarda il singolo trade, poiché ha passato più tempo fuori dal mercato e dunque è il risultato è superiore in proporzione al rischio. Il fattore di rendimento di 2,87 è rimarchevole.

Quali Saranno le Coppie Forex con i Trend Maggiori?

Come ho già detto, può essere pericoloso supporre che le coppie in cui è presente l’USD continueranno ad avere i trend più forti in futuro. Tuttavia, poiché l’USD  è la principale valuta di riserva mondiale, e figura come controparte in circa l’80% di tutti i trades Forex in quanto a volume, è probabile che la sua propensione ad avere una tendenza affonda le sue radici nella struttura del mercato, o almeno lo sarà fin quando continuerà a predominare come valuta globale. Questa tesi è confutata dal fatto che anche l’Euro rappresenta molto del volume del mercato, ed è la seconda valuta più incline a stabilire delle tendenze. Approcci tecnici come la selezione delle coppie di valute Forex con i trend più forti non hanno prodotto risultati nettamente migliori (eccetto che nelle coppie EUR/USD e USD/JPY), dunque sembra non esserci alternativa all’applicare della logica discrezionale o fondamentale/di mercato.

Comportamenti del Trend nelle Materie Prime più Comuni

Ultimamente, la maggior parte dei broker Forex offre una selezione di materie prime nelle quali investire, delle quali generalmente le più trattate sono oro, argento e petrolio greggio, ed eventualmente qualcun’altra. Quali sono i risultati per questi asset una volta condotta la stessa analisi dei loro comportamenti storici? Diversamente dalle analisi precedenti, qui ho utilizzato solo i dati fino al 2014, non fino al 2017.

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I risultati per il petrolio greggio e l’oro sono buoni e si contrappongono positivamente alle coppie di valute Forex più performanti che abbiamo analizzato prima. Prese insieme, queste materie prime con un CAGR dell’8,48% avrebbero prodotto un rendimento del 200%, con il calo peggiore al 138,52%.

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Conclusioni

  • Un’ampia selezione delle sette maggiori valute globali non ha mostrato propensione statistica ad instaurare un trend. Tuttavia, le valute più importanti, come Dollaro statunitense e Euro, lo hanno fatto.
  • La persistenza di trend Forex nelle coppie di valute in cross con l’USD è stata scarsamente positiva negli ultimi 9 anni.
  • L’importante indice azionario statunitense S&P 500 ha mostrato la forte propensione a stabilire un trend con un calo massimo dal valore ridotto, cosa che lo rende il trend più appetibile degli ultimi 20 anni, o forse più. L’analisi esclusiva del lungo periodo ha prodotto un fattore di rendimento estremamente ampio, di 2,87, superato soltanto dalla coppia GBP/USD nell’intero universo analizzato in questo articolo.
  • Le materie prime principali hanno prodotto trend simili a quelli mostrati dal Dollaro statunitense nelle coppie di valute Forex, con fattori di rendimento complessivamente simili.
  • Personalmente, penso che gli asset di cui si è parlato qui possano essere suddivisi in due utili categorie: il Dollaro statunitense contro altre valute e le principali materie prime, e il mercato azionario statunitense.
Adam Lemon
Informazioni su Adam Lemon
Adam è un trader Forex che ha lavorato nei mercati finanziari per oltre 12 anni, inclusi 6 anni con Merrill Lynch. Adam è certificato nella Gestionedi Fondi e nella Gestione di investimenti dal Chartered Institute for Securities & Investment del Regno Unito.
 

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