L’Euro é in declino dagli ultimi sei mesi contro il Dollaro. É sceso del 25% dal picco del 2008 e del 15$ dall’inizio dell’anno. É sceso dell’8% nel solo mese di Maggio. Sia avvia al minimo quadriennale, e l’euro inoltre é caduto sotto il livello di ritracciamento ($1.21) del 50% rispetto i rally del 2000-2008. Adesso é chiaro che l’euro si avvia alla parità.
Esatto. Parità. Non parliamo del dollaro canadese o del dollaro australiano. Parliamo dell’euro, che solo ieri scambiava contro il dollaro a $1.60. Secondo CLSA Asia Pacific Markets, “ L’euro prima o poi avrà la parità con il dollaro USA”. Nel frattempo, la società di ricerca Capital economics, prevede che l’euro raggiungerà la parità con il dollaro US alla fine dell’anno prossimo. Non ci sono neanche dei tentativi superficiali da parte di queste due società per giustificare tali previsioni. E visto l’andamento dell’euro, probabilmente non è necessario.
Dall’ultima volta che ho scritto sull’Euro, brutte notizie continuano a venire dalla Spagna che ha ufficialmente perso il suo AAA credit rating, e vi sono montanti preoccupazioni che la crisi si estendi all’Ungheria (che non era neanche sullo schermo radar la scorsa settimana) e l’Italia: “Mentre l”Italia, non sembra essere strutturalmente vulnerabile come la Grecia od il Portogallo, la relative povera prestazione del credit default swap di questo mese suggerisce che le preoccupazioni dell’investitore si stanno allontanando dalla Grecia. “Se non fosse sufficientemente negativo, gli investitori hanno perso confidenza, e le banche non si prestano neanche più una all’altra”.
Il $1 bilione di salvataggio, non ha fatto nulla per rassicurare i mercati. “I mercati, effettuano trading in tempo reale, mentre i politici si muovono in modo burocratico. Se promettono qualcosa forse in Ottobre – é dannatamente un periodo lunghissimo per il mercato finanziario” sottolinea un’economista. La Germania sembra isolarsi dal resto dell’Europa, grazie al divieto di short- selling in certi movimenti finanziari, azione non seguita da altri stati membri. Crescono le preoccupazioni anche perché é improbabile il Belgio possa avere un governo in carica quando deve assumere la presidenza della UE il 1° Luglio ed i mercati sono preoccupati che le istituzioni UE siano mal equipaggiate per affrontare una crisi di tale magnitudine.
Il punto principale, che i critici del piano di salvataggio hanno prontamente sottolineato, e che i problemi fiscali che hanno creato la crisi sono ancora irrisolti. La Spagna, per esempio, detiene il terzo più grande disavanzo pubblico nella UE, e nonostante ciò non apportano tagli e passi necessari consistenti e indispensabili “misure di austerità”.
La Germania, ha provato unilateralmente di forzare gli stati membri a bilanciare i loro budget, ma invano. Se una crisi in piena regola può essere evitata, significative riforme strutturali devono essere implementate, e molto presto.
Per molti, che la crisi non sarà risolta é una conclusione inevitabile, ed hanno abbracciato la possibilità di un intervento della BCE per fermare il declino dell’euro. L’ultima volta che la BCE é intervenuta é stato il 2000, subito dopo l’introduzione dell’Euro, quando scambiava intorno agli 87 centesimi contro il dollaro. Gli esperti sono divisi se un intervento é probabile o persino possibile. Molti hanno fissato $1.10 o $1.00 come livelli ipotetici in quale un intervento potrebbe essere fattibile, ma alla fine nessuno lo sa. Per qualsiasi intervento sarebbe obbligatoriamente necessario coinvolgere la Fed ed altre importanti banche centrali mondiali. Non si dimentichi, che quando l’euro é sprofondato all’inizio della crisi del credito, la Fed ha velocemente sottoscritto una serie di scambi con la BCE, a prova che potrebbe essere disposta nuovamente a partecipare.
La BCE naturalmente rimane riservata a riguardo, con il presidente Jeane-Claud Trichet che dichiara ”Che sia chiaro, non é l’euro che é in pericolo". La politica monetaria é estremamente accomodante, attraverso bassi tassi di interesse e forme quantitative di alleggerimento.
Questo rende favorevole per molti investitori scommettere contro l’euro. Visto che il declino dell’euro é diventato una realtà, pressioni sull’BCEcontinueranno ad aumentare, fino a che l’euro raggiunge la parità, e non vi é altra scelta che intervenire per prevenire che la divisa unica e ( e la ragion d’essere!) collassino interamente.