Cosa significa esattamente un rialzo dei tassi?
La Federal Reserve Bank, o Fed, è la banca centrale degli Stati Uniti. È un organo interamente slegato dal governo americano e dispone di un potere spaventoso nei settori finanziari. Nonostante la Fed eserciti il suo controllo esclusivamente sulla politica finanziaria statunitense, le ramificazioni delle sue azioni si ripercuotono a livello mondiale.
Questo rende impegnativo il lavoro della Fed, poiché la responsabilità del benessere economico di milioni di persone (dall’impiegato in fabbrica all’amministratore delegato di una grande società) ricade sotto la sua giurisdizione.
La Federal Reserve Bank controlla i tassi d’interesse attraverso l’acquisto o la vendita di titoli governativi. Se la banca centrale ritiene necessario abbassare i tassi d’interesse, acquisterà titoli governativi in gran quantità. L’afflusso di liquidità nel sistema bancario generato da questi acquisti porterà ad un calo dei tassi d’interesse.
Se la Fed ritiene che un rialzo dei tassi possa portare benefici all’economia venderà questi titoli, togliendo così denaro dalle casse del Tesoro e incanalandolo nel mercato libero. La Fed può anche decidere di intervenire regolando il tasso dei fondi federali (tasso per i prestiti a breve termine fra una banca e l’altra), così come può regolare il tasso di sconto, ovvero il tasso d’interesse applicato alle banche per i prestiti ottenuti direttamente dalla Federal Reserve.
Tutto questo in cosa si traduce per il consumatore medio? Se siete nel mercato in cerca di un prestito per l’acquisto di un’auto ad esempio, e leggete di una riduzione dei tassi d’interesse da parte della Fed, dovreste andare in banca e pagare un tasso d’interesse inferiore a quello della settimana precedente. Tuttavia questo di norma non si verifica. Il tasso d’interesse che pagate sul prestito per l’acquisto di un’automobile viene considerato un “tasso d’interesse reale”, ovvero la differenza fra il tasso d’interesse nominale stabilito dalla Fed e il tasso d’inflazione, ma questo calcolo non si ripercuote immediatamente sul consumatore.
Come e quando i consumatori sentono l’effetto di un aumento dei tassi?
L’intero processo è lungo e laborioso, ma funziona più o meno così: la Fed decide che c’è bisogno di aumentare i tassi d’interesse per stimolare un’economia in rallentamento e frenare l’inflazione.
Tutti abbiamo familiarità con il concetto di inflazione. Essenzialmente si verifica quando una valuta inizia a perdere valore per un certo periodo di tempo. Questo significa che una volta veniva acquistata ad un certo prezzo, diciamo 5,00$, mentre ora il prezzo è 5,20$, perciò gli originali 5 Dollari non sono più sufficienti ad acquistare la stessa valuta.
A provocare l’inflazione sono diversi fattori, ma generalmente ne viene attribuita la causa al concetto economico di domanda e offerta: quando l’offerta non è sufficiente a coprire la domanda, il prezzo del bene o del servizio sale.
Torniamo ora ai tassi d’interesse. Se la Fed, osservando tutti i fattori più rilevanti, decidesse che in futuro l’inflazione aumenterà, farà salire il tasso d’interesse reale. Al contrario, se notasse che il costo della vita è basso, le aziende funzionano e la spesa è vivace, manterrà i tassi d’interesse a livelli bassi, così da non intervenire nella stimolazione dell’economia.
Al contempo, tassi d’interesse più bassi agiranno sul valore del Dollaro, facendolo scendere, rendendo i beni d’importazione più cari e incoraggiando così i consumatori ad acquistare beni prodotti in America, facendo salire l’occupazione e i salari dei lavoratori. Più denaro nei portafogli incoraggia la spesa, è questo a far fiorire l’economia.
Qual è dunque il rovescio della medaglia? Con tutto il denaro che c’è in circolo, la domanda inizia a superare l’offerta, il prezzo dei beni aumenta e la domanda di conseguenza, diminuisce. Un calo della domanda porta ad un calo della produzione, che porta disoccupazione. Ecco dunque che compare il problema dell’inflazione.
È a questo punto che entra in gioco la Fed. Come ho detto, una delle maggiori responsabilità della Fed è di frenare l’inflazione, e uno degli strumenti che lo permette è il rialzo dei tassi d’interesse. Questo aumento può far rafforzare il Dollaro ed attrarre investitori stranieri in cerca di alti rendimenti per i loro investimenti. Il risultato è un aumento della domanda di Dollaro, che ne fa salire il valore e frenerà gli investimenti esteri.
Questa è tuttavia una lama a doppio taglio, poiché una valuta forte è positiva per gli americani che acquistano prodotti d’importazione e investono in compagnie estere. Però questo crea competizione fra le aziende americane, e se queste non riescono a mantenere il passo saranno costrette a chiudere, creando disoccupazione e instabilità nell’economia nazionale.
È il dovere di mantenere l’equilibrio fra tassi d’interesse alti e bassi ad essere il compito più impegnativo per la Fed e il suo attuale presidente, che guida questo organo con il pugno di ferro. Il mondo diventa sempre più piccolo ogni giorno che passa, e gli Stati Uniti non operano in assoluto isolamento. Quello che accade nel resto del mondo si ripercuote direttamente sull’economia americana, e piani pronti ad essere messi in atto possono essere sconvolti nel giro di una manciata di minuti.