Quando si inizia a fare trading nei mercati azionari spesso si fa riferimento ad azioni ed ETF come primi strumenti con la quale costruire una propria strategia. Nonostante ciò, nel corso degli anni il mercato delle materie prime si è attestato uno dei pilastri fondamentali dei nostri mercati finanziari sotto il dominio del petrolio, dell’oro e di molte altre importantissime commodities.
In questo articolo andremo a discutere di quali paesi producono il petrolio, di come questa produzione è cambiata nel corso degli ultimi anni e infine dei fattori da tenere a mente quando si analizza il prezzo del petrolio nel costruire una strategia di trading.
Quali sono i primi 10 paesi produttori di petrolio del 2024?
Il petrolio è una delle materie prime più particolari per via della concentrazione della propria produzione e lavorazione. Infatti, nonostante la produzione di petrolio dei primi 10 paesi produttori di petrolio sia cambiata molto dal 2016 ad oggi, complessivamente la quantità prodotta da questi 10 paesi si è sempre aggirata intorno al 70% dell’intera produzione mondiale.
Inoltre, tra il 2016 ed oggi la produzione di petrolio dei top 10 paesi estrattori è aumentata significativamente passando da leggermente oltre 60 milioni di barili al giorno a quasi 70 milioni di barili al giorno per un aumento del quasi il 13%, consolidando ancora di più la posizione di principali produttori. Nonostante ciò, è importante notare che la pandemia ha causato un fortissimo crollo della domanda, inducendo un crollo del prezzo, il quale ha indotto i paesi OPEC+ a ridurre significativamente la produzione di barili per indurre un aumento del prezzo e rallentando la crescita della produzione.
Classifica dei 10 Maggiori Paesi che Producono Petrolio Greggio al Mondo
Paese | Barili prodotti su base giornaliera | Variazione di produzione rispetto al 2020 | % di Produzione mondiale |
---|---|---|---|
Stati Uniti | 17.7 milioni | -9.3% | 18.9% |
Arabia Saudita | 12.1 milioni | +2.5% | 12.8% |
Russia | 11.2 milioni | -2.5% | 11.9% |
Canada | 5.6 milioni | +1.8% | 5.9% |
Iraq | 4.5 milioni | -5.1% | 4.8% |
Cina | 4.1 milioni | -16.2% | 4.4% |
Emirati Arabi Uniti | 4 milioni | -0.2% | 4.3% |
Iran | 3.8 milioni | +19.1% | 4.1% |
Brasile | 3.1 milioni | -15.5% | 3.3% |
Kuwait | 3 milioni | +2.0% | 3.2% |
Nonostante al giorno d’oggi gli Stati Uniti si trovino stabilmente al primo posto della classifica, prima del 2016 il maggiore produttore mondiale di petrolio era stato per molti anni la Russia, la quale è stata poi superata prima dagli USA e poi dall’Arabia Saudita, slittando al terzo posto della classifica.
Inoltre, è anche importante brevemente commentare l’aumento della produzione di petrolio canadese. Ad oggi il Canada si trova al quarto posto della lista, ma nel 2016 questo stato occupava il decimo posto con meno della metà della produzione giornaliera. Questo rapido aumento è stato indotto da un perfezionamento delle tecniche di estrazione del petrolio dalle sabbie bituminose, una materia prima generalmente più difficile e costosa da lavorare, ma che presenta quasi interamente l’unica fonte di petrolio canadese. Grazie a questo miglioramento delle tecniche di lavorazione alcuni analisti prevedono un aumento della produzione dell’8% entro il 2025 e di oltre il 120% entro il 2050. Segui i migliori broker forex italiani per ulteriori analisi sugli eventi importanti di oggi.
Classifica dei 5 Maggiori Paesi che Producono Petrolio Greggio in Europa
Paese | Barili prodotti su base giornaliera | Variazione di produzione rispetto al 2020 | % di Produzione a livello europeo |
---|---|---|---|
Norvegia | 1.8 milioni | +5% | 50% |
Regno Unito | 0.9 milioni | -2% | 25% |
Danimarca | 0.1 milioni | -10% | 3% |
Italia | 0.09 milioni | +1% | 2.5% |
Romania | 0.08 milioni | -5% | 2% |
Come si può ben notare, in Europa il caso è molto diverso, infatti la produzione non è sufficiente a coprire il fabbisogno della regione. Nel 2022 l'Italia ha rappresentato il paese europeo che ha prodotto più barili di petrolio in un anno. puoi consultare l'elenco dei broker autorizzati CONSOB per essere tutelato nel tuo trading.
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Quali fattori influiscono maggiormente sul mercato petrolifero oggi?
- OPEC: l’OPEC è l’Organizzazione per i Paesi Esportatori di Petrolio, la quale fu fondata nel 1960 dall’Iran, Iraq, Venezuela, Arabia Saudita e Kuwait, ma nel corso degli anni si è estesa inglobando anche alcuni stati africani fino a raggiungere 13 stati membri. OPEC fu fondata per unificare e coordinare le leggi riguardo il petrolio tra gli stati membri. Nel 2016 fu anche fondata OPEC+, la quale ha aggiunti alcuni stati produttori di petrolio con l’intento di decidere e regolare la produzione mondiale di petrolio influenzando il prezzo della materia prima. Nel 2022 i paesi membri dell’OPEC hanno prodotto il 38% del petrolio mondiale mentre quelli dell’OPEC+ il 59%, ma nonostante la relativamente bassa produzione, i paesi OPEC controllano il 79% delle riserve mondiali di petrolio.
- Eventi geopolitici: a causa dell’altissima concentrazione della produzione del petrolio in soli pochi paesi, gli eventi geopolitici che influenzano direttamente questi stati ha un fortissimo impatto sul valore del petrolio. Ad esempio, nelle due settimane dopo lo scoppio della guerra in Ucraina il valore del petrolio è aumentato di quasi il 35% in previsione del futuro shock della produzione russa, la terza più grande al mondo.
- Investimenti di grandi fondi, investitori e banche centrali: il petrolio, come tutti gli strumenti finanziari, è estremamente sensibile a shock della domanda, ovvero significativi cambiamenti negli acquisti dei maggiori compratori, tra cui fondi di investimenti, investitori e banche centrali. Quando la domanda aumenta significativamente il valore tende ad aumentare, quando la domanda diminuisce il prezzo tende a diminuire.
- Aspettative riguardo l’inflazione: il prezzo del petrolio è altamente e positivamente correlato con il tasso d’inflazione; quindi, quando aumentano le aspettative riguardo ad un possibile futuro aumento dell’inflazione, il valore del petrolio tende ad aumentare.
- Shock esterni: nel corso degli ultimi anni alcuni fattori esterni come la pandemia del 2020 hanno fortemente influenzato il mercato del petrolio inducendo addirittura un periodo storico dove il prezzo dell’“oro nero” è diventato negativo. Nonostante eventi simili non siano per nulla frequenti, notizie riguardo l’approvazione di leggi contro alcuni metodi di estrazione del petrolio potrebbero fortemente influenzare il valore della materia prima.
È ancora un buon momento per fare trading sul petrolio?
Il petrolio è stato un pilastro del trading per decine di anni grazie alla sua alta volatilità e alle sue caratteristiche uniche che lo hanno reso uno dei pochi strumenti sulla quale alcuni trader si decidono di specializzarsi e dedicarsi interamente.
L’aspetto principale che lo rende un eccezionale prodotto per il trading è il fatto che è negoziabile sia nel mercato spot tramite ETF broker, che nel mercato delle derivate tramite opzioni, contratti futures e molto altro. Inoltre, è anche spesso possibile ottenere un’esposizione all’andamento del petrolio tramite molte compagnie altamente correlate con il prezzo del petrolio come Exxon Mobil, Chevron, e altre che operano nel settore delle energie e delle materie prime.
In più, il petrolio risulta essere generalmente inversamente correlato con il mercato azionario, quindi per coloro che non possiedono la capacità di vendere allo scoperto o che prevedono un periodo negativo per il mercato azionario, è possibile cercare nella struttura tecnica del petrolio alcune entrate per posizioni long.
Infine, l’andamento del petrolio è anche utilizzato come un indicatore macroeconomico durante periodi di incertezza. Infatti, dalle previsioni del prezzo del petrolio oggi, un valore del petrolio in decrescita è solitamente associato con una riduzione dell’inflazione ed un aumento della stabilità dei tassi d’interesse, due dei fattori principali che potrebbero motivare un rally nel mercato azionario. D’altro canto, quando il valore del petrolio cresce rapidamente, il mercato inizia a precedere pressioni inflazionistiche, tassi d’interesse più alti e tende ad iniziare un periodo di correzione.
Nonostante ciò, per fare trading sul petrolio è necessario avere un risk management ferreo a causa dell’alta volatilità e sensibilità alle notizie macroeconomiche e alle decisioni dell’OPEC+.
Conclusioni
In conclusione, l’offerta di petrolio è maggiormente concentrata nei 10 paesi produttori di petrolio più grandi del mondo, i quali hanno la capacità di influenzare il prezzo della materia prima semplicemente decidendo quanto ogni stato membro dovrebbe produrre per raggiungere un determinato target di prezzo.
Nonostante ciò, il valore del petrolio rimane anche altamente sensibili a shock della domanda indotti da eventi macroeconomici e geopolitici, conferendo al petrolio la sua caratteristica volatilità. Proprio grazie a questa, infatti, il petrolio è spesso una delle materie prime più negoziate sia da investitori istituzionali che investitori retail.