Sui mercati valutari stanno rivivendo i cosiddetti ‘carry trades’, che dopo la crisi finanziaria erano praticamente scomparsi. Aiuti congiunturali e tassi d’interesse bassi nei paesi industrializzati rafforzano la fiducia degli investitori, e aumenta quindi anche l'interesse per i prestiti in valute a basso rendimento per beneficiare dei tassi d’interesse elevati delle economie emergenti.
Gli investimenti nel Real brasiliano sono nuovamente attrattivi.
Chi, con prestiti in dollari, euro e yen, ha investito in un paniere di valute composto dal Real brasiliano, fiorino ungherese, rupia indonesiana e come anche le valute del Sud Africa, Nuova Zelanda e l'Australia, ha guadagnato, nel periodo che va dal 20 Marzo al 10 aprile, l’8%. Utili così elevati nel periodo di tre settimane, non si sono registrati dal 1999.
L’anno scorso, molti investitori hanno abbandonato la strategia del Carry Trade poiché a causa della tendenza ribassista dei tassi d’interesse delle banche centrali, il divario tra i tassi d’interesse delle monete dei paesi sviluppati si era notevolmente ridotto. A ciò si aggiunsero le fluttuazioni dei mercati valutari che fecero lievitare il rischio degli speculatori.
Nel frattempo, i sussidi economici statali hanno stabilizzato il mercato azionario e quello delle materie prime, spronando nuovamente gl’investimenti nei mercati emergenti.
Banche come la Goldman Sachs consigliano agli investitori di ritornare al carry trade: “ci sono segnali che indicano che la volatilità sul mercato dei cambi è in declino", si annovera in un rapporto. "Le circostanze tendono in una direzione tale per cui i carry trades sono di nuovo una soluzione attraente". Anche la Insight Investment Management londinese la vede così. "L'economia mondiale sembra aver raggiunto un punto di svolta", ha detto Dale Thomas, dirigente della sezione valutaria presso la Insight. "Stiamo andando incontro a un periodo classico di operazioni in valuta estera cosiddette ‘a rischio’, in cui si venderà un dollaro in cambio di valute dei paesi emergenti." Thomas raccomanda agli investitori il dollaro australiano e il Real brasiliano. In Brasile, il tasso d’interesse e’ a quota 11,25%, vale a dire superiore di undici punti percentuali rispetto al tasso degli Stati Uniti. Il tasso d’interesse in Australia è pari al 3%.
L’attrattiva del carry trade puo’ essere dimostrata nel seguente esempio. Per poter prendere a prestito dollari sul mercato interbancario londinese, gli istituti finanziari devono ora pagare 1,13% di interesse. Depositi a tre mesi in Brasile, ricevono un interesse pari al 10,51%. Se entrambe le valute rimangono stabili, per il carry trade sul dollaro e sul Real vi sarà un utile annuo del 9,38%.
Negli ultimi tre decenni, i carry trades erano un genere di attività lucrativa. Negli anni '80 avevano un utile medio annuale del 21%. Negli anni '90 gli investitori in Carry-trades subirono una perdita triennale. Dal 2000 al 2005 i carry trades hanno avuto un utile medio del 16%.
Da allora gli speculatori sul tasso d’interesse hanno subito perdite per tre anni di fila. Nell’arco dei 36 mesi, fino alla fine di febbraio, la perdita media annuale si assestava intorno al 16,5%. Nel mese di marzo si è poi registrato stato un forte ‘come back’ dei carry trades. Secondo ABN Amro, hanno avuto un rendimento del 4,6%, il mese più forte dal settembre 2003.
Carry trades risorgono
Di DailyForex.com
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