I titoli delle principali notizie hanno sommerso i mercati nel corso della settimana scorsa sulla scia di una serie di eventi e risultati tra cui la pubblicazione della decisione sui tassi di interessi, tenuta sotto stretta osservazione, e i dati sul comparto edilizio. L’evento principale della settimana è stata la decisione della Fed sul tasso di interesse, peraltro lasciato inalterato, che ha ben poco influenzato le principali coppie di valute e gli indici azionari. L’S&P500 ha chiuso la settimana praticamente inalterato, con una perdita dello 0,25%, formando una candela doji.
Nel nostro precedente report abbiamo fatto riferimento al fatto che la decisione della Fed sul tasso di interesse avrebbe potuto avere un impatto limitato sui mercati a causa proprio delle attuali scelte della Fed stessa. Il 24 giugno, prima della chiusura del mercato azionario statunitense, la Fed ha reso nota la sua decisione dichiarando che intende mantenere i tassi di interesse al livello minimo attuale pari allo 0,25%. Come sempre, il risultato ha avuto un effetto immediato sulla sessione intraday, influenzando tutte le attività negoziabili ma è svanito rapidamente dal momento che un segnale di incertezza ha continuato a permanere nell’aria. Da una parte, una combinazione di dati in miglioramento e l’intenzione della Fed di abbassare i rendimenti, acquistando 1,25 trilioni di dollari in titoli garantiti da prestiti ipotecari e altri 300 bilioni di dollari in titoli del tesoro, ha dato respiro agli investitori aiutandoli ad evitare un forte sell off del Dollaro. Dall’altra, le dichiarazioni di Bernanke secondo le quali il tasso di contrazione sta ora diminuendo non sono state sufficienti a rilanciare la fiducia e a dar luogo ad un qualsiasi importante breakout.
Nonostante la settimana piuttosto fiacca, caratterizzata da consolidamenti a tutti i livelli, gli operatori restano ottimisti in merito all’attuale situazione economica. I carry trades continuano a evidenziare potenziali set up di lungo periodo dal momento che la propensione al rischio è ancora in aumento, mentre le controparti del Dollaro continuano a mostrare la loro forza. L’indice del Dollaro ha chiuso la settimana con una perdita minima ma ha rotto il suo bullish wedge (cuneo rialzista) verso la parte inferiore. Dando un’occhiata al grafico seguente, si può notare che l’indice ha adesso rotto la sua trading pattern (struttura di prezzo), ma deve ancora scendere sotto il suo supporto a 79.958. Attenzione al livello di supporto di 79.958 presentato nel grafico settimanale che sarà tenuto sotto stretta osservazione dagli investitori.
Potrebbe l’Euro guidare al rialzo le altre coppie di valute?
Come accennato prima, la maggior parte delle coppie di valute ha avuto una settimana senza movimenti di rilievo, continuando a permanere all’interno del proprio range. La coppia GBP/USD ha continuato a rimanere intorno al livello di prezzo di $1,65, mentre la coppia AUD/USD ha chiuso la settimana a $0,8076. Nonostante le modeste variazioni a tutti i livelli, la coppia EUR/USD si è distinta, rompendo il suo cuneo per dar vita a un trend rialzista minore. Nonostante il trend abbia subito un arresto venerdì, quando la coppia ha perso il suo momentum durante la sessione intraday, il calendario economico di questa settimana potrebbe far riacquistare relativa forza all’Euro. Da una parte è in programma che nella zona Euro siano rese note questa settimana una serie di dati tra cui i dati sull’inflazione e la decisione sul tasso di interesse. Dall’altra parte, i risultati sui salariati del settore non agricolo resi noti alla fine della settimana potrebbero smorzare il momentum di questa settimana, in particolare dal momento che il numero dei posti di lavoro che ci si attende essere stati cancellati a giugno potrebbe raggiungere le 365 mila unità. Ad oggi gli analisti si attendono inoltre un tasso di disoccupazione al 9,6%.
Quale sarà l’elemento che influenzerà maggiormente il mercato?
Se è difficile determinare quale dei tre eventi avrà un maggiore impatto sui mercati, è necessario tenere presente che le attuali configurazioni dei prezzi stanno scontando negli U.S. un tasso di disoccupazione a due cifre. Ciò premesso, potrà un aumento pari allo 0,2% del numero di coloro che hanno perso il lavoro avere qualunque altro effetto sulle diverse coppie di valute, se non un aumento della volatilità intraday? Recenti dichiarazioni da parte delle fonti ufficiali e da parte del Presidente Barack Obama, hanno tutte affermato che l’economia statunitense sta ancora affrontando la fase di contrazione che potrà portare ad un aumento della disoccupazione. Se queste dichiarazioni non hanno scosso i mercati, riusciranno i dati a farlo ora?
Dando un’occhiata al grafico seguente, si può notare che nonostante l’aumento del tasso di disoccupazione negli U.S. , la coppia EUR/USD ha presentato una variazione nel trend, muovendosi ora in linea con la disoccupazione in aumento negli U.S.