Il rally di Natale è iniziato un po’ in anticipo con i mercati che hanno chiuso la settimana delle festività con una nota positiva. L’S&P 500 ha chiuso sopra la resistenza con un guadagno settimanale pari al 2,18%. I mercati azionari mondiali hanno fatto segnare nuovi massimi per il 2009 con l’indice Nasdaq composite che ha guidato il rialzo chiudendo la settimana a + 3,4%. L’indice del dollaro ha aperto positivamente la settimana ma ha ritracciato la maggior parte dei suoi guadagni mercoledì e giovedì.
Il movimento è iniziato martedì quando la National Association of Realtors ha reso noto che le vendite di case esistenti sono salite a novembre del 7,4% rispetto a ottobre ad un tasso annualizzato pari a 6,54 milioni di unità, che rappresenta il tasso più alto dal febbraio 2007. Le vendite, sostenute da un credito d’imposta a favore degli acquirenti e da bassi tassi d’interesse, hanno fatto registrare un incremento del 44% rispetto al risultato di novembre 2008, quando era molto alta la paura di possibili fallimenti degli istituti di credito. Il prezzo medio di vendita delle case esistenti è di $172.600, in rialzo quindi rispetto ai $172.200 di ottobre, il primo incremento mensile da giugno. È stato rilasciato anche il dato relativo al PIL USA nel terzo trimestre. Il governo ha rivisto al ribasso la sua precedente stima sul tasso di crescita economica del terzo trimestre a un modesto 2,2% dal 2,8%. Se le scorte fossero diminuite ad un ritmo più veloce di quanto previsto in precedenza, ciò avrebbe potuto tradursi in una crescita più forte nell’attuale quarto trimestre.
Nonostante i dati nel settore delle costruzioni siano risultati migliori delle previsioni, è necessario sottolineare come questo comparto stia ancora mostrando segnali contrastanti. Da una parte, i prezzi si sono stabilizzati soprattutto per le case della classe media in aree con basso pendolarismo dove gli investitori e i primi acquirenti litigano per fare affari sulle case ipotecate. Dall’altra parte, i prezzi delle case di fascia alta continuano a scendere per una saturazione dell’offerta e a causa della sempre maggiore difficoltà ad ottenere prestiti per tali proprietà.
Un altro risultato da tenere sotto stretta osservazione è l’indice S&P/Case-Shiller sul Prezzo delle Abitazioni che risulta in crescita. L’indice nazionale è cresciuto nel terzo trimestre del 2009 rispetto al trimestre precedente, il secondo incremento trimestrale consecutivo. Tale indice è in flessione di circa il 28% rispetto al picco registrato nel secondo trimestre del 2006.
Dall’altra parte dell’Atlantico, l’Ufficio Statistiche del Ministero del Lavoro ha reso noto che l’economia britannica si è contratta più del previsto 0,2% nel terzo trimestre, mostrando che l’economia versa ancora in una situazione delicata. Questo risultato ha influenzato negativamente le stime relative ad una più favorevole revisione della produzione nel terzo trimestre ed è giunto come una delusione per il governo del primo Ministro Gordon Brown. Al momento, il ministro Brown sta sperando che un forte rimbalzo economico lo agevolerà alle prossime elezioni. I dati mostrano inoltre che l’economia britannica si sta contraendo da sei trimestri anche dopo che le altre economie industrializzate sono tornate a crescere. Nella sua previsione finale del terzo trimestre sul PIL l’ONS (ufficio nazionale Statistiche) ha affermato che sta acquistando particolare rilevanza la crescita della propensione al risparmio misurata dal «savings ratio» che si è portata all’ 8,6%, a livelli massimi dal primo trimestre del 1998 - una chiara indicazione di cautela tra i consumatori che tendono a risparmiare durante i periodi di recessione.
Mercoledì, la Commissione di politica monetaria della banca d’Inghilterra ha votato all’unanimità per lasciare i tassi di interesse ad un livello minimo da record e ha insistito per continuare il programma precedentemente annunciato di acquisto di obbligazioni per un valore di £200 bilioni ($319,52 bilioni). I risultati, in linea con le aspettative degli economisti, hanno confermato che è improbabile che si verificherà un cambiamento nell’atteggiamento della banca almeno fino a febbraio quando essa presenterà la sua prossima relazione trimestrale sull’inflazione. La banca ha dichiarato che se il tasso d’inflazione probabilmente salirà nel breve termine, un forte margine di capacità non utilizzata continua a caratterizzare l’economia. Tuttavia, seconda la banca continuano a permanere “eccezionali incertezze” per quanto riguarda le prospettive dell’inflazione e della crescita economica. La Boe ha lasciato il suo tasso di riferimento allo 0,5% per il decimo mese consecutivo ed ha dichiarato che continuerà a perseguire il suo obiettivo di acquisto di obbligazioni per un valore di 200 bilioni di sterline, un processo conosciuto come quantitative easing. Obiettivo della BoE è di fissare l’inflazione annua al 2% nel medio periodo.
Negli USA il Ministero del Commercio ha reso noto mercoledì che il reddito personale è aumentato dello 0,4% mentre la spesa si è incrementata nel mese scorso dello 0,5%. Sulla base degli indicatori chiave dei prezzi, l’inflazione non rappresenterebbe ancora una minaccia. Anche mercoledì, le vendite di Case Nuove sono risultate essere precipitate a novembre al livello più basso da sette mesi, una flessione maggiore delle attese e un segnale che la ripresa del mercato delle costruzioni è incerta e difficile. La vendita di abitazioni unifamiliari è diminuita dell’11,3% ad un tasso annualizzato di 355.000 unità, secondo i dati diffusi dalla Ministero del Commercio. È il livello più basso da aprile (345.000 unità). Il crollo ha vanificato la maggior parte dei guadagni registrati nel mercato delle case nuove dal minimo fatto segnare a gennaio. Gli economisti intervistati dal Dow Jones Newswires hanno stimato una flessione dell’1,2% ad un tasso annuo di 425.000 unità a novembre. Le vendite di Case Nuove, a differenza delle vendite di case esistenti, sono registrate al momento delle firma del contratto di vendita e non alla chiusura.
Dopo diverse oscillazioni, la coppia EUR/USD è riuscita a ritrovare una certa stabilità nel corso della settimana scorsa, nonostante le notizie provenienti dalla Grecia. Moody ha dichiarato “abbiamo messo la Grecia in outlook negativo, che significa che nei prossimi 12-18 mesi, sussiste più del 50% di probabilità che ridurremo ancora il rating sul debito sovrano della Grecia”. Il downgrade ha inizialmente portato a un sell off delle obbligazioni europee e dell’Euro. Verso la seconda metà della settimana, la coppia EUR/USD è rimbalzata sulla sua media mobile a 200 giorni e ha iniziato potenzialmente a risalire.
La Nuova Zelanda ha mostrato un risultato sul PIL molto debole, allo 0,2% su base trimestrale, la metà di quanto si era atteso (0,4%). Questo dato ha sottolineato la politica poco aggressiva della Banca Centrale neozelandese, chiaramente in posizione di secondo piano rispetto a quella dell’Australia. Da un punto di vista tecnico, la coppia NZD/USD è ancora in fase di correzione ed è scambiata sopra il supporto della trend line secondaria.
Per la prossima settimana non sono previsti dati particolarmente rilevanti, ma storicamente bisogna sottolineare che i mercati tendono a oscillare del 2% in presenza di volumi modesti. Martedì gli operatori finanziari punteranno l’attenzione sui risultati della Produzione Industriale giapponese. Mercoledì sarà reso noto il dato sulla Fiducia dei consumatori negli USA e giovedì sarà la volta del Chicago PMI, prima della festività di Capodanno.
A cura di: eToro