I mercati finanziari aprono il 2010 positivamente

La prima settimana del 2010 è stata una settimana positiva per i mercati azionari mondiali con l’indice S&P 500 che ha chiuso in rialzo del 2,68%. Il FTSE 100 ha guadagnato il 2% e il Nikkey ha chiuso con un incremento dell’1,25%. Durante la settimana gli operatori hanno dovuto fare i conti con la grande quantità di dati economici relativi alla stato attuale dell’economia.

La settimana è iniziata con una nota positiva grazie al solido risultato dell’indice PMI manifatturiero  della zona euro. Nell’area euro la componente headline è salita a 51,6 punti toccando un nuovo massimo da 21 mesi ed è risultata leggermente migliore delle stime.  onostante l’upside momentum potrebbe essere in fase di rallentamento i dati provenienti da Francia e Italia hanno superato le aspettative, mentre la Germania è rimata ferma e la Spagna ha leggermente arretrato. A ciò va aggiunto un risultato dell’ISM statunitense migliore delle stime.

Il comparto manifatturiero statunitense ha chiuso bene il 2009, sostenuto dall’aumento della produzione e degli ordinativi.  L’indice ISM è salito a 55,9 punti nell’ultimo mese, dai 53,6 di novembre. Il dato di dicembre è risultato migliore delle aspettative che avevano indicato un dato pari a 54 punti. Ricordiamo che un risultato superiore a 50 è segnale di attività in espansione.

Inoltre, “il settore manifatturiero è cresciuto per il quinto mese consecutivo a dicembre e il PMI è salito a 55,9 punti, il risultato più alto da aprile 2006 quando era pari a 56 punti.” ha affermato Norbert Ore, che dirige l’indagine per l’ISM. Secondo l’indice ISM i nuovi ordinativi sono arrivati a 65,5 nell’ultimo mese dal 60,3 di novembre, mentre la produzione è salita a 61,8 da 59,9. Entrambi gli indici hanno confermato che sia gli ordinativi che la produzione hanno avuto aumenti sostenuti a dicembre.

Anche il numero degli occupati nelle industrie sta mostrando un graduale miglioramento. L’indice si è attestato a 52 a dicembre dal 50,8 di novembre. L’indice delle rimanenze ha registrato un risultato pari a 43,4 punti dai 41,3 di novembre. I forti tagli alle rimanenze hanno affievolito la crescita del PIL per la gran parte della fase recessiva. Questa ricostituzione delle scorte avrebbe dovuto aumentare la crescita del PIL nel quarto trimestre del 2009.

Martedì l’attenzione è stata puntata sui dati del settore delle costruzioni. L’indice della National Association of Realtors relativo alle vendite in corso è diminuito del 16% a 96 punti a novembre dai 114,3 punti fatti registrare a ottobre. La flessione registrata nei primi 10 mesi è risultata più del triplo delle attese degli analisti. Gli analisti si aspettavano un calo delle vendite in corso solo del 5%.

I Realtor si attendevano un aumento delle vendite in corso di case come conseguenza della recente estensione del programma governativo sul credito d’imposta per i proprietari di case. Ma, “dovremo aspettare almeno fino a inizio primavera prima di vedere un incremento nell’attività di vendita” ha dichiarato Lawrence Yun, Chief Economist della NAR.  Inoltre, l’indice NAR sulle vendite di case in corso a novembre è risultato in rialzo del 15,5% rispetto agli 83,1 punti registrati l’anno precedente.

Il resto della settimana è stata caratterizzato da un leggero consolidamento dal momento che gli investitori si stavano preparando al risultato rilasciato venerdì.  Durante l’ultimo giorno della settimana di negoziazione, il Labor Department ha reso noti i dati sulla disoccupazione negli USA. Il numero di disoccupati a dicembre 2009 è risultato più alto delle stime e il tasso di disoccupazione è rimasto al 10%, segno che il mercato del lavoro è ancora lontano dalla ripresa.I dati di novembre hanno invece mostrato che per la prima volta è aumentato il numero dei posti di lavoro dall’inizio della fase di recessione iniziata due anni fa. Secondo il Labor Department il numero degli occupati nei settori non agricoli è diminuito di 85.000 unità nello scorso mese, rispetto a un incremento di 4.000 unità registrato a novembre. Le aspettative degli investitori erano di una flessione degli occupati di solo 10.000 unità. Il dato di novembre aveva mostrato inizialmente un calo degli occupati pari a 11.000 unità. Il tasso di disoccupazione, calcolato utilizzando un’indagine sulle famiglie e non sulle imprese, è rimasta a dicembre al 10%, lo stesso livello del mese precedente.  Gli economisti si aspettavano che il tasso i disoccupazione aumentasse al 10,1%.

La sterlina è rimasta sulla difensiva per tutta la settimana dal momento che gli investitori erano concentrati sui risultati economici. I dati relativi al Regno Unito sono risultati contrastanti a causa del dato PMI sui servizi in linea con le attese (56,8). La fiducia dei consumatori è scesa a 69 a dicembre dal 74 registrato a novembre (rispetto al 72 atteso). La Commissione di Politica Monetaria della BOE ha mantenuto invariato il suo programma di acquisto di obbligazioni a 200 miliardi di sterline (320,44 miliardi di dollari) e i tassi di interesse allo 0,5%. La decisione di mantenere i tassi invariati era ampiamente prevista.  Gli economisti si aspettavano che non sarebbero avvenute modifiche né nel programma di acquisto di obbligazione né sul tasso di interesse che è stato lasciato al livello più basso degli ultimi 11 mesi. Finora la BOE ha acquistato titoli per 193 miliardi di sterline.

Un aumento dei tassi da parte della RBA potrebbe verificarsi se l’economia mostrerà un risultato sulle vendite al dettaglio migliore delle aspettative e un deficit commerciale più contenuto. Le vendite al dettaglio sono aumentate al ritmo più alto degli ultimi 8 mesi, ossia dell’1,4% su base mensile contro lo 0,3% atteso, mentre il deficit commerciale è diminuito a 1,7 miliardi di dollari australiani contro 1,8 miliardi attesi. Questi risultati hanno alimentato le voci che il deficit potrebbe iniziare a diminuire se la crescita globale favorisse le esportazioni. A questi dati sono seguiti quelli di martedì sulle autorizzazioni a costruire risultati migliori delle attese e che hanno suggerito l’idea che l’aumento degli oneri finanziari e la cessazione dei pacchetti di stimolo governativi non hanno ancora scoraggiato i consumatori e il mercato immobiliare.

Per la settimana corrente gli operatori finanziari terranno sotto stretta osservazione lunedì i dati sulla bilancia commerciale e la bilancia delle partite correnti del Giappone, seguiti martedì dai risultati dei Prestiti per investimenti in Australia e della bilancia commerciale negli USA. Giovedì sarà la volta sulla Variazione del numero di persone occupate in Australia. Si prevede un incremento di 32 mila posti a dicembre. Quindi sarà resa nota la decisione della BCE sui tassi di interesse e le Vendite al Dettaglio negli USA.  Ad oggi, molti si aspettano che la BCE rimarrà ferma sulle sue posizioni nonostante il recente miglioramento della situazione della zona euro. La settimana si chiuderà con i dati sui Prezzi al Consumo nell’UEM, sulla Produzione Industriale, sull’Utilizzo Capacità Produttiva e sulla Fiducia dei Consumatori negli USA.


A cura di: eToro