I timori hanno continuato a dominare i mercati nel corso della settimana scorsa, sebbene lo scetticismo abbia toccato l’apice sui mercati statunitensi soprattutto giovedì. I mercati azionari e delle commodities si sono mossi al rialzo durante la prima metà della settimana per poi ripiegare nella seconda metà. Sul mercato Forex, il Dollaro è ritornato sui suoi recenti guadagni e ha trovato un supporto cha ha portato a interessanti rally. Settimana negativa per Dollaro australiano, Euro e Sterlina, dal momento che gli investitori si sono riversati sul Dollaro statunitense.
La settimana ha aperto positivamente lunedì in Europa grazie al dato sull’indice PMI Manifatturiero risultato migliore delle attese. L’indice PMI manifatturiero della zona euro è salito a gennaio a 52,4, il livello più alto toccato da gennaio 2008. Anche i report provenienti da Germania (53,7 contro 53,4 atteso), Francia (55,4 contro 54,7 atteso) e Italia (51,7 contro 51,2 atteso) hanno superato le stime. Anche dal Regno Unito sono arrivati dati confortanti sull’indice PMI manifatturiero. A gennaio l’indice PMI ha raggiunto i 56,7 punti contro i 53,9 attesi.
Negli USA, i dati provenienti dal settore manifatturiero hanno agevolato il rafforzamento della fiducia all’inizio della settimana. La produzione industriale ha registrato a gennaio la migliore performance degli ultimi 5 anni. L’ISM ha affermato che il suo indice dell’attività manifatturiera è salito a gennaio a 58,4 punti, il miglior dato da agosto 2004, dal 54,9 di dicembre e dal 53,7 di novembre. Risultati dell’indice superiori a 50 indicano un’economia in espansione. Gli economisti si attendevano un indice a 55,3 punti. Secondo il Dipartimento del commercio il reddito personale è salito a dicembre dello 0,4%, mentre la spesa per consumi è salita dello 0,2%. Il reddito è salito più delle stime, mentre la spesa è aumentata meno di quanto si aspettassero gli economisti.
Inoltre, la spesa per le costruzioni negli USA è diminuita a dicembre più delle attese, riflettendo la debolezza del settore immobiliare e l’incertezza relativa ai contributi governativi. La spesa si è contratta dell’1,2% ad un tasso annuo destagionalizzato di 902,55 bilioni di dollari rispetto al mese precedente. È la quinta contrazione in 6 mesi. Le spese di novembre sono state riviste al ribasso mentre quelle di ottobre al rialzo. La spesa è scesa dell’1,2% a novembre; gli analisti avevano stimato un calo dello 0,6%.
Martedì il mercato ha conosciuto un certo recupero legato ai titoli del settore petrolifero. Il rally del mercato petroliferi è da collegarsi ad una notizia apparsa sul “Wall Street Journal” in cui si faceva riferimento alla potenziale diminuzione di depositi galleggianti in mare come potenziale catalizzatore per un aumento del prezzo del petrolio. Il calo atteso di 27 milioni di barili a marzo sommato al contratto sul light crude che si è mantenuto sulla media mobile a 200 giorni è stato sufficiente per innescare una breve ma intensa contrazione.
Mercoledì i mercati si sono mantenuti fermi dopo che i posti di lavoro nel settore privato negli USA sono diminuiti a gennaio di 22.000 unità, il calo più modesto da febbraio 2008, secondo un report sull’occupazione nazionale pubblicato mercoledì da ADP Inc. Le perdite di posti di lavoro sono, secondo ADP, leggermente inferiori alle 30.000 unità stimate dagli economisti. La variazione attesa nel numero di occupati da novembre a dicembre 2009 è stata rivista di 23.000 unità, da una diminuzione di 84.000 a 61.000 unità. L’indagine dell’ADP prende in considerazione solo i lavoratori del settore privato e non gli impiegati statali.
Sul mercato Forex, l’andamento dell’euro è stato influenzato della dichiarazione ufficiale della BCE sul piano di stabilità della Grecia, nonostante la ripresa del mercato obbligazionario ellenico. La Commissione Europea, come atteso, ha appoggiato il piano ma ha introdotto ulteriori misure per tagliare il deficit e ha introdotto un programma volto a monitorare l’attuazione del piano stesso. Il primo report è in programma per metà marzo ed un secondo a metà maggio.
Giovedì è scoppiato l’inferno sui mercati. La questione del debito sovrano dei paesi europei ha innescato preoccupazioni negli investitori e ciò ha avuto ripercussioni su tutti i titoli. Giornata nera per gli indici azionari; l’indice S&P 500 ha perso 34 punti ossia il 3% in un giorno. Flessioni pesanti anche per i mercati delle commodities con il petrolio grezzo che ha perso 4 dollari al barile e l’oro 40 dollari all’oncia. L’oro ha toccato il suo livello più basso da maggio 2009. Il costo dei contratti CDS che assicurano contro l’insolvenza di nazioni dell’area euro con alto deficit è salito a nuovi massimi. Il costo annuale per assicurare 10 milioni di euro (13,9 milioni di dollari) di debito del governo greco contro l’insolvenza per 5 anni è salito da 26.000 a 423.000 euro.
Venerdì i mercati si sono stabilizzati dopo la pubblicazione del report sull’occupazione risultato migliore delle attese, in particolare grazie alla forte variazione nel tasso di occupazione nel settore privato. Il tasso di disoccupazione, secondo un’indagine nazionale, è diminuito al 9,7% nello scorso mese dal 10% di dicembre sulla base dei dati rilasciati dal Dipartimento del lavoro. Gli economisti avevano previsto che il tasso di disoccupazione sarebbe salito al 10,1%.
Inoltre gli occupati dei settori non agricoli sono diminuiti di 20.000 unità rispetto alla flessione di 150.000 unità registrata a dicembre. Gli economisti si aspettavano che il dato rimanesse invariato. Il risultato di dicembre è stato rivisto al ribasso rispetto al dato iniziale di 85.000 unità.
A cura di: eToro