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Ancora volatilità nei mercati azionari di tutto il mondo

Buone performance per dollaro, mercati azionari e la maggior parte delle materie prime dal momento che i pochi dati economici pubblicati nel corso della settimana scorsa non sono riusciti a far prevalere la volatilità sui mercati. L’unica sorpresa ha riguardato l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Indiana, ma si è trattato più di una sorpresa in riferimento alla tempistica scelta, che per la decisione in sé.  L’indice S&P 500 è salito di 9,5 punti ossia dello 0,85% e il Dow Jones ha fatto segnare un muovo massimo a 52 settimane.  L’indice del dollaro ha ritracciato le perdite della settimana scorsa e ha messo a segno un guadagno dello 0,5%.

Lunedì, negli USA, è stato reso noto il risultato relativo alla Produzione Industriale che a febbraio ha registrato un incremento dello 0,1% ad un valore di 101,0 (2002=100), meglio delle previsioni che parlavano di un calo dello 0,1% dopo l’incremento dello 0,9% a gennaio.  Durante l’anno, l’indice della produzione industriale è salito dell'1,7%. L’Utilizzo della Capacità produttiva ha segnato un incremento del 72,7%, meglio del livello rivisto del 72,5% di gennaio, ma 7,9 punti percentuali sotto la sua media del periodo calcolata dal 1972 fino al 2009. A febbraio 2009 l’Utilizzo della Capacità Produttiva è stata valutata al 70,6%. L’incremento nel report ha mostrato che la produzione dellindustria mineraria è salita del 2% dopo essere aumentata dell'1,1% a gennaio. L’utilizzo della capacità mineraria ha toccato l’88,2% dall’86,4%.

Martedì, la Fed ha lasciato inalterato il livello dei tassi di interesse. La dichiarazione della Fed, seguita alla riunione tenutasi a marzo, è stata quasi identica a quelle rilasciate a gennaio. La banca centrale continua a vedere miglioramenti nella situazione economica e prevede di diminuire i programmi di emergenza ma non offre segnali circa un possibile aumento dei tassi nel breve termine. La Fed ha dichiarato che porterà a conclusione uno dei suoi principali programmi di sostegno all’economia USA, l’acquisto di 1,25 trilioni di dollari in titoli garantiti da prestiti ipotecari.

Sul fronte delle notizie economiche, la costruzione di case nuove è diminuita del 5,9% ad un tasso annuo destagionalizzato pari a 575.000 unità rispetto al mese precedente, secondo quanto reso noto dal Dipartimento del Commercio. Se questo rappresenta il peggiore declino in quattro mesi, ad esso è seguita una revisione al rialzo dei dati del mese precedente, quando la costruzione di case nuove ha registrato un incremento del 6,6%. La costruzione di case nuove a gennaio aveva inizialmente registrato un rialzo del 2,8%.  L’attività di costruzione di abitazioni a febbraio è rimasta sopra il livello delle 573.000 unità registrato a dicembre. Gli economisti avevano previsto un calo delle costruzioni di case nuove del 4,7% a febbraio, ad un tasso annuo destagionalizzato di 563.000 unità. I permessi di costruzione, un buon indicatore delle costruzioni future, sono diminuite dell1,6% ad un tasso annuo pari a 612.000 unità.  Gli economisti si aspettavano che i permessi diminuissero del 3,1% ad un tasso pari a 603.000 unità. I permessi a gennaio sono scesi del 4,7% a 662.000 unità.

In Europa, la Grecia è riuscita ad evitare un downgrade del suo rating creditizio da parte di Standard & Poor’s che il mese scorso aveva messo in guardia la Grecia in merito alla possibilità di prendere in considerazione una tale decisione. Marko Mrsnik, analista creditizio di S&P, ha peggiorato il suo giudizio sui conti della Grecia portandolo a “BBB+”  dal momento che le misure recentemente annunciate dalle autorità greche per ridurre l’alto deficit fiscale difficilmente potranno da sole portare a una riduzione sostenibile del debito pubblico.

In Giappone la BoJ ha lasciato invariato il suo tasso di interesse di riferimento a 10 punti base, ma è sembrata venire incontro alle richieste del governo, raddoppiando a 20 trilioni di yen i fondi a disposizione delle banche per i prestiti a tre mesi che erano stati decisi a dicembre. Modificare questa misura è stato visto come un tentativo di raggiungere un compromesso tra la BoJ che sostiene che la politica monetaria sia già eccezionalmente accomodante e i tassi di interesse estremamente bassi, mentre dall’altra parte il governo vorrebbe maggiori sforzi per contrastare la deflazione. Ciò nonostante, il compromesso non si è rivelato soddisfacente e due membri della BoJ (Noda e Suda) hanno dissentito.

Giovedì, i prezzi all’ingrosso di febbraio negli USA hanno registrato il peggiore calo degli ultimi sette mesi a causa della forte contrazione di prezzi della benzina, situazione che ha consentito alla Fed di mantenere i tassi di interesse a breve termine a livelli eccezionalmente bassi. Secondo il Dipartimento del Lavoro l’indice dei prezzi alla produzione per i prodotti finiti è diminuito a febbraio ad un tasso annuo destagionalizzato pari al 6,6% su base mensile, dopo l’incremento dell'1,4% a gennaio. L’indice core PPI, che non tiene in considerazione i prezzi di energia e prodotti alimentari, tenuto sotto stretta osservazione dalla Fed, è salito dello 0,1%  durante il mese scorso dopo essere aumentato dello 0,3% a gennaio.

Il Dipartimento del Lavoro ha reso noto giovedì che l’indice dei prezzi al consumo destagionalizzato è rimasto invariato nel corso del mese scorso, dopo un incremento dello 0,2% a gennaio. L’ultima volta che l’inflazione è risultata così modesta è stato a marzo 2009, quando i prezzi al consumo erano scesi dello 0,1%. I prezzi al consumo core, che non tengono in considerazione i prezzi di energia e prodotti alimentari, hanno registrato un rialzo a febbraio dello 0,1% su base mensile. A gennaio i prezzi core erano scesi dello 0,1%. Gli economisti si spettavano un incremento dello 0,1% sia nei risultati dei prezzi headline sia nella componente core. Su base annuale, non rettificata sui fattori stagionali, i prezzi al consumo sono saliti del 2,1% a febbraio. I prezzi al consumo core sono aumentati dell1,3% rispetto a un anno fa, il più basso incremento da febbraio 2004.

L’indice manifatturiero di Filadelfia (Philly Fed) è salito a 18,9 punti a marzo dai 17,6 di febbraio, dati che indicano una crescita del settore. Gli economisti avevano previsto che l’indice avesse un incremento più modesto, ossia si attestasse intorno ai 18 punti.

Giovedì, nel suo report settimanale il Dipartimento del Lavoro ha dichiarato che le richieste di sussidi sono diminuite di  5.000 unità a 457.000 nella settimana conclusasi il 13 marzo. Nella settimana precedente il numero di richieste era stato di 462.000. Le richieste totali invece sono moderatamente aumentate.  La contrazione nelle richieste iniziali è risultata appena inferiore alle stime degli economisti che si aspettavano una diminuzione pari a 7.000 unità. Anche la media mobile a 4 settimane, che tende a eliminare la volatilità dei dati, è diminuita nella settimana conclusasi il 13 marzo. Il Dipartimento del Lavoro ha reso noto che la media mobile a 4 settimane è scesa di 4.250 unità a 471.250 rispetto alla media di 475.500 relativa alla settimana precedente.

Venerdì l’India ha sorpreso il mercato annunciando un aumento di 25 punti base nei tassi di interesse. Ma la sorpresa è stata solo di scelta del timing. Questa decisione porta il tasso dei PCT al 5% e il tasso di interesse al 3,5%. La scelta e’ stata presa sulla scia dellaumento delle pressioni inflazionistiche che riguarda però forse più la Cina che l’India. L’India ha anche alzato durante questo trimestre gli obblighi di riserva.

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