Buona settimana per i mercati mondiali che hanno spinto al rialzo l’indice S&P 500. L’indice ha chiuso la settimana registrando un guadagno di 34 punti ossia del 3%. L’indice FTSE UK ha toccato il nuovo massimo a 52 settimane e si sta avvicinando verso la sua media mobile a 200 settimane. I recuperi di petrolio e benzina potrebbero portare alla rottura al rialzo del recente intervallo di trading.
L’euro e la sterlina sono rimasti invariati durante la settimana a causa dei timori degli investitori in merito alle questione del debito europeo. Anche il Nasdaq ha toccato il suo massimo a 52 settimane mettendo a segno un guadagno di 88 punti ossia del 3,9%.
La settimana si è aperta con le importanti notizie provenienti dal Regno Unito. L’indagine PMI resa nota lunedì ha mostrato che le vendite al dettaglio nel settore manifatturiero nel Regno Unito sono rimaste invariate a febbraio al livello massimo da 15 anni, ossia a 56,6. Questi risultati elevati dell’indice hanno spinto al rialzo il FTSE e gli indici statunitensi.
Negli USA, il reddito personale è salito dello 0,1% rispetto al mese precedente, mentre la spesa è aumentata dello 0,5% secondo il Dipartimento del Commercio. Il tasso di risparmio è ai minimi dal 2008. Gli economisti avevano previsto a gennaio un incremento dello 0,4% nel reddito e dello 0,4% nella spesa. Il reddito è aumentato per il sesto mese consecutivo e la spesa ha registrato il quarto incremento consecutivo. Il tasso di risparmio a gennaio ha raggiunto il livello più basso dopo il 2,9% fatto segnare nell’ottobre 2008. Il tasso è stato del 3,3% a gennaio e del 4,2% a dicembre.
L’indice ISM è sceso a 56,5 a febbraio dai 58,4 di gennaio. L’ISM era stato sopra i 50 punti per sette mesi consecutivi. L’indice sui nuovi ordinativi è diminuito a 59,5 dai 65,9 e l’indice della produzione è sceso a 58,4 dai 66,2. Il tasso di occupazione è salito a 56,1 dai 53,3, il terzo mese sopra i 50, mostrando che sono di più le aziende che assumono personale rispetto a quelle che licenziano. L’indice dei prezzi pagati è calato a 67 dai 70 punti, mostrando che le pressioni sui prezzi sono alte ma stabili.
Nel settore immobiliare, la spesa per le costruzioni è scesa dello 0,6% come previsto, ad un tasso annuo destagionalizzato di 884,1 miliardi di dollari rispetto al mese precedente, secondo quanto riportato dal Dipartimento del Commercio. Le spese a dicembre hanno fatto segnare una flessione dell’1,2%. La spesa a novembre è crollata al 2,5%. Gli economisti avevano stimato che la spesa per le costruzioni a gennaio sarebbe scesa dello 0,6%. La spesa per le costruzioni residenziali a gennaio ha registrato un incremento dell’1,1% a 269,15 miliardi di dollari dopo la flessione del 2,6% a dicembre. La spesa si è contratta dell’0,6% ad un tasso annuo destagionalizzato di 884,1 miliardi di dollari rispetto al mese precedente.
Mercoledì è stato reso noto il report sull’occupazione nazionale stilato da Automatic Data Processing Inc., da cui è emerso che il numero di occupati del settore privato negli USA è diminuito a febbraio di 20.00 unità. Il calo reso noto da ADP è risultato minore rispetto alle stime degli economisti che si aspettavano una flessione di 50.000 unità. La stima sugli occupati per gennaio 2010 è stato rivista al ribasso, da un calo di 22.000 unità a un calo pari a 60.00 unità. La diminuzione degli occupati a febbraio è risultata la minore da quando è iniziata la flessione dell’occupazione nel febbraio del 2008. ADP ha dichiarato che le avverse condizioni meteorologiche hanno avuto solo un minimo effetto sul report per il tipo di metodologia sottostante utilizzata. Bisogna sottolineare che l’indagine ADP registra solo gli occupati del settore privato, mentre i dati sugli occupati rilasciati dall’Ufficio nazionale di statistica includono anche gli impiegati statali.
Nel suo ultimo report del Beige book, la Fed ha reso noto che nove dei 12 distretti regionali hanno riportato un miglioramento dell’attività economica, ma nella maggior parte dei casi gli incrementi sono stati modesti con ritardi delle attività dovuti alle tempeste di neve verificatisi dal 4 al 7 febbraio e dal 9 all’11 febbraio. Il beige book rappresenta una sintesi dell’attività economica e sarà alla base della prossima riunione della banca centrale statunitense in programma per il 16 marzo. L’ultimo report, redatto dalla Federal Reserve Bank di Kansas City, aveva esaminato le condizioni economiche dei distretti della Fed sulla base delle informazioni raccolte prima del 22 febbraio. ” Richmond ha dichiarato che l’attività economica è diminuita o è rimasta invariata nella maggior parte dei settori a causa soprattutto delle difficili condizioni climatiche di febbraio” ha reso noto il report. Si prevede che le dure condizioni climatiche di febbraio influenzeranno diversi settori dell’economia.
Giovedì i mercati si sono focalizzati sulla BCE e sulla BOE. Giovedì la Banca centrale europea ha lasciato invariato il suo tasso di interesse di riferimento e si prevede che ridurrà i prestiti alle banche introdotti durante la crisi finanziaria, mentre il Comitato di politica monetaria della Banca d’Inghilterra ha votato per mantenere la sua politica invariata ed estremamente libera. Trichet ha commentato la situazione dichiarando che la BCE continuerà a portare avanti le sue operazioni di finanziamento settimanale a tasso fisso e con full allotment per tutto il tempo necessario e comunque almeno fino al 12 ottobre. L’inflazione è rimasta sotto controllo e quindi la banca non ha avuto problemi a mantenere la sua politica “di aiuti”.
Nel Regno Unito, i rappresentanti della BOE hanno sottolineato che potrebbero incrementare il programma di acquisto di obbligazioni da parte della banca centrale, conosciuto anche come quantitative easing, se la ripresa economica nel Regno Unito dovesse iniziare a vacillare. L’economia inglese è migliorata significativamente da quando il Comitato di Politica Monetaria ha lanciato il suo piano anticonvenzionale, ma restano ancora molte questioni aperte. Il governo britannico è gravato dal forte carico dei debiti perché costretto a provvedere la salvataggio di diverse banche e a sostenere la domanda durante la crisi finanziaria e per far fronte a queste situazioni dovrà tagliare la spesa e aumentare le tasse. Anche le famiglie e le imprese dovranno fare i conti con questi alti livelli di debito.
Il Dipartimento del lavoro statunitense ha reso noto che l’economia americana ha tagliato a febbraio meno posti di lavoro di quanto ci si attendeva e il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 9,8%, nonostante le difficili condizioni climatiche che hanno colpito la East Coast nel mese scorso. Il report ha mostrato che i posti di lavoro nei settori non agricoli sono diminuiti di 36.000 unità rispetto al calo di 26.000 unità registrato a gennaio. Gli economisti si aspettavano che il numero degli occupati diminuisse di 50.000 unità soprattutto come conseguenza della difficile situazione meteorologica. Il dato di gennaio è stato rivisto dall’iniziale flessione di 20.00 unità a 26.000 e il dato di dicembre è stato portato a 40.000. Il tasso di disoccupazione, calcolato usando una diversa indagine interna, è rimasto invariato al 9,7% nel mese scorso. Gli economisti si aspettavano che il tasso di disoccupazione aumentasse al 9,8%.
La RBA ha continuato nel suo piano di normalizzazione dei tassi ed ha alzato di altri 25 punti base il tasso di interesse (al 4%, portando la stretta monetaria a 100 punti base). In base alla nostra analisi, la RBA deve ancora esaurire la sua azione sul fronte dell’aumento dei tassi di interesse, ma manterrà comunque la cautela nelle sue decisioni politiche. Il Governatore Stevens nelle sue dichiarazioni non ha fatto riferimento ad altri aumenti dei tassi in aprile, ma ha ribadito che i tassi dovrebbero essere più vicini alla “media”.
I dati relativi al PIL australiano nel quarto trimestre del 2009 hanno giustificato l’aumento dei tassi da parte della RBA. Il Pil nel quarto trimestre ha registrato un aumento dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,7% su base annua. Quest’anno ci si attende una crescita dell’economia del 3%.