Il lento incremento dei mercati azionari è continuato per tutta la settimana scorsa, così come il rafforzamento del dollaro statunitense. Nel corso delle ultime settimane la forte correlazione che sembra legare la valuta statunitense ai mercati azionari si è al momento dissolta dal momento che il dollaro è diventato la valuta di riferimento a seguito delle questioni fiscali che hanno afflitto l’Unione Monetaria Europea. Durante questa settimana, l’indice S&P 500 ha chiuso in rialzo di un punto percentuale a 1166. Nel corso delle ultime quattro settimane il Dow Jones Industrials, l’indice S&P500 e il NASDAQ hanno tutti chiuso in terreno positivo.
UE - Il salvataggio finanziario della Grecia e la debolezza dell’Euro
La divergenza di opinioni in merito alla questione greca ha dato vita a conflitti sui mercati dal momento con il presidente della BCE Trichet ha rilasciato giovedì una dichiarazione pubblica nella quale ha affermato che il FMI non ha competenza in merito alla decisione su come i paesi europei devono affrontare la questione fiscale. Questa notizia è arrivata proprio prima che la UE si accordasse in favore di un programma di istituzione di una rete di protezione per la Grecia. I commenti di Trichet si pongono in una posizione completamente opposta a quella di Germania e Francia che avevano fatto del coinvolgimento del FMI una condizione essenziale alla loro partecipazione al cosiddetto salvataggio finanziario della Grecia. Trichet ha fatto dietrofront anche sulla questione delle garanzie. La misura delle regole sulle garanzie costituisce un tema centrale anche se il più basso valore dei titoli potrebbe compare difficoltà nella cessione degli stessi. La dimensione degli “haircut” sui requisiti di rating minimo dei titoli accettati a garanzia nelle operazioni di liquidità resterà al centro dell’attenzione del mercato durante il prossimo meeting della BCE che si terrà l’8 aprile. Queste regole flessibili sulle garanzie sono, secondo alcuni, equivalenti a un allentamento della politica monetaria. L’incertezza è arrivata appena Fitch ha tagliato il rating sul debito del Portogallo portandolo a AA- da AA e ha messo in guardia il governo portoghese circa la possibilità di ulteriori tagli nel caso il governo non modifichi lo status delle finanze pubbliche. L’effetto sulla valuta è stato drammatico. La volatilità nella zona euro è rimasta relativamente alta con ampie fluttuazioni giornaliere. Durante la settimana, il cross EUR/USD ha rotto i livelli di supporto a 1,34 e ha toccato un minimo a 1,3267, prima di ritracciare alcune delle perdite nel corso della settimana (che aveva aperto a 1,36). Dopo la notizia che l’Unione Europea darà vita a un piano di protezione per la Grecia, l’Euro ha ricominciato a riprendersi. Tecnicamente, tale decisione insieme all’incertezza creata dalle questione del credito all’interno dell’euro zona hanno formato un livello di resistenza per l’euro che potrà portare a ulteriori pressioni alla vendita vicino all’area 1,3450.
Deflazione in Giappone
Nel frattempo, continua in Giappone la stretta deflazionistica. L’indice CPI headline a febbraio risulta minore dell’1,1% rispetto ai livelli di un anno fa, lo stesso risultato registrato a gennaio. L’indice CPI core (che non tiene in considerazione le componenti cibo ed energia), è leggermente più alto rispetto alle attese, ma ancora in terreno negativo da più di un anno. Questi dati sono giunti dopo il report di giovedì dal quale è emersa una diminuzione leggermente peggiore delle attese nei prezzi dei servizi corporate. L’indice dei prezzi dei servizi corporate è sceso a febbraio dell’1,3% su base annuale e i risultati di gennaio sono stati rivisti al ribasso a -1,2% da -1,0%. La Banca del Giappone prevede che la deflazione permarrà per tutto il prossimo anno. Su 525 voci che formano il paniere dell’indice CPI, 335 sono diminuite a febbraio rispetto a gennaio, quando erano risultati in diminuzione 342 voci. Il ministro delle finanze giapponese sta spingendo affinché la BOJ aumenti le misure di quantitative easing in modo da contenere la deflazione. Alla fine ciò aumenterà la crescita e creerà ulteriori pressioni ribassiste sull’economia giapponese.
Regno Unito - Riduzione dell’inflazione
Nel Regno Unito, l’inflazione ha iniziato a ridursi dopo gli ultimi mesi caratterizzati da pressioni all’aumento della stessa. L’inflazione a febbraio è risultata leggermente minore alle attese e il Governatore della BoE, King, non è stato costretto a richiamare l’attenzione del governo come invece era successo a dicembre e a gennaio. L’indice CPI headline è aumentato dello 0,4%, leggermente meno delle aspettative del mercato. Il tasso annuale risulta per la prima volta dallo scorso settembre in flessione (3% rispetto al 3,5% di gennaio). L’inflazione core, che nel Regno unito non tiene in considerazione delle componenti di energia, cibo, alcol e tabacco, è scesa al 2,9% dal 3,1%. Le misure di inflazione primarie sono state generalmente modeste nei paesi industrializzati, ad eccezione recentemente del Regno Unito. La riduzione dell’inflazione aiuterà solo la BOE e faciliterà l’assunzione di ulteriori misure di quantitative easing nel caso di difficoltà economiche. Inoltre, la riduzione delle prospettive inflazionistiche ha spostato le pressioni di offerta verso la sterlina. Tecnicamente, la sterlina si trova a un incrocio della media mobile, segnale relativamente ribassista per la valuta.
USA - Discorso di Bernanke, prezzi settore immobiliare, PIL
Durante un discorso in un’udienza alla Camera, il presidente della Fed Ben Bernanke ha dichiarato che la Fed sta per concludere la vendita di parte del suo portafoglio costituito da 1,25 trilioni di dollari in mortgage-backed security. Il presidente Bernanke aveva respinto in passato questa proposta perché milioni di proprietari di case statunitensi e molti investitori sarebbero stati influenzati dalla decisione della vendita della Fed che avrebbe spinto al ribasso i prezzi e fatto aumentare i tassi dei mutui. Questo rappresenta il modo scelto da Bernanke per preparare il mercato al processo di normalizzazione. “Mi aspetto che ad un certo punto assisteremo a un graduale processo di vendita”, ha dichiarato il presidente Bernanke durante un’udienza alla Camera. La Fed sta acquistando titoli garantiti da prestiti ipotecari per stimolare il mercato immobiliare con tassi ipotecari più bassi.
Secondo le notizie provenienti dal mercato immobiliare USA, la Vendita di case esistenti è diminuita per la terza volta consecutiva a febbraio, ma il declino è stato inferiore alle attese rilanciando la speranza di un’inversione di tendenza in primavera. Il dato sulla vendita di case esistenti è, secondo la National Association of Realtors, in flessione del 0,6% ad un tasso annuale di 5,02 milioni rispetto ad un tasso destagionalizzato pari a 5,05 milioni di gennaio. Gli economisti si aspettavano che le vendite diminuissero nel corso dello scorso mese del 2% ad un tasso di 4,95 milioni. Il prezzo medio di una casa esistente è risultato a febbraio pari a $165.100, in ribasso dell’1,8% rispetto a febbraio 2009. Il mercato immobiliare ha continuato a mostrare segnali contrastanti anche se la maggioranza delle notizie economiche ha mostrato un mercato in lenta ripresa.
La crescita dell’economia USA alla fine del 2009 è risultata leggermente inferiore alle stime precedenti, secondo i dati rilasciati dal Dipartimento del Commercio, in larga parta a causa di una revisione al ribasso della spesa per consumi e delle aziende. Il PIL è salito da ottobre a dicembre ad un tasso annuo del 5,6%, secondo quanto reso noto venerdì dal Dipartimento del Commercio nella sua terza stima del Pil in riferimento all’ultimo trimestre del 2009. Gli utili aziendali sono aumentati dell’8,2% nel quarto trimestre, meno rispetto al 13,8% registrato nel terzo trimestre. Su base annua, gli utili sono saliti del 51,8%.