Venerdì pomeriggio a Washington, DC, il presidente Obama ha onvertito in legge i tagli e gli incentivi fiscali dell’era Bush che erano stati approvati, apparentemente alla velocità della luce, dal Congresso degli Stati Uniti all'inizio della settimana, in quello che era stato uno spettacolo sorprendente di bipartitismo. Certo, la nuova legge del paese era piena di compromessi, da parte di entrambi gli schieramenti e dei due rami del governo, ma ci resta la speranza che la nuova legge contribuirà a stimolare l'economia americana, forse in un modo che gli interventi della Fed non sono riusciti a fare.
Le agevolazioni fiscali, la riautorizzazione delle assicurazioni contro la disoccupazione ed il Job Creation Act del 2010 mirano ad iniettare circa $800 milioni nell'economia degli Stati Uniti, attraverso il temporaneo potenziamento, estensione, o addirittura, in alcuni casi, il ripristino dei
tagli fiscali e delle esenzioni che l'amministrazione precedente aveva fatto passare.
Gli economisti prevedono che i benefici derivanti dalla nuova legge potrebbero aggiungere alla crescita annuale del 2011 ben più dell'1%, e ridurre il tasso di disoccupazione, anche questo forse dell'1%.
I detrattori del piano si preoccupano che l’incremento del debito sarà troppo elevato da recuperare, soprattutto considerando che, entro due anni, il 1 ° gennaio 2013, i benefici del piano svaniranno alla loro scadenza. L'assenza di un taglio delle tasse, in sostanza, è un aumento
delle stesse. Inoltre, i detrattori vogliono sapere dove è il piano che dovrebbe andare di pari passo con i tagli fiscali ‐ quello che esalta la necessità di un lungo periodo di contenimento delle tasse?
All'inizio della settimana, l'agenzia di rating, Moody’s aveva avvertito l'amministrazione Obama che l'approvazione della normativa sarebbe stata in ultima analisi dannosa, e avrebbe potuto comportare l'eventuale declassamento del rating AAA di cui gode al momento la moneta Usa. Anche il Membro del Congresso degli Stati Uniti Barney Frank ‐ che non approvava, ma ha comunque votato il disegno di legge – ha criticato Moody per le loro considerazioni, dicendo che erano una sciocchezza assoluta. Egli ha ricordato la "benedizione" di Moody's per alcune obbligazioni garantite da ipoteca con rating AAA che sono risultate inesigibili; e per questo fatto, secondo lui, hanno perso molta credibilità. I mercati azionari, nel frattempo, sembrano essere a favore della nuova legge, ma il fatto potrebbe anche essere dovuto soltanto alla continuazione di un ritrovato generale ottimismo economico.
Questa settimana, i titoli azionari di New York hanno chiuso la settimana con una moderata risalita, con lo S & P 500 che raggiunge il massimo da 2 anni a questa parte. Ieri, lo S & P 500 ha chiuso a 1.243,91, in crescita dello 0,08%, il DJIA ha chiuso a 11.491,91, con una perdita dello 0,06%, mentre il NASDAQ ha chiuso a 2.642,97, in crescita dello 0,21%. Sui mercati delle materie prime, i risultati sono alquanto contrastanti. Venerdì scorso, l'oro è stato venduto a 1.375 dollari l'oncia sul NYMEX, un guadagno di $4,60, cosa che ha permesso di pareggiare in parte le perdite
della settimana precedente. Il 7 dicembre, l'oro ha raggiunto un record di $ 1.432,50 per oncia, speculando sul fatto che il programma di stimolo della Fed avrebbe indebolito il dollaro. In effetti, l’inatteso rafforzamento del biglietto verde ha fatto diminuire il prezzo dell'oro, anche se nell’anno
ha avuto comunque una crescita di quasi il 25%. I prezzi del greggio sono saliti a $88,02 al barile, in crescita di $0,32 sul NYMEX, ma ancora sotto il massimo a 2 anni raggiunto all'inizio del mese,
quando ha venduto ad un prezzo superiore a $90 al barile. Gli economisti dicono che i recentemente migliorati indicatori economici stanno creando le condizioni per più elevati prezzi del petrolio, anche se la crescente domanda a causa del peggioramento delle condizioni meteo sta giocando un importante ruolo nel rialzo dei prezzi.
Il dollaro americano, infatti, si è consolidato nel corso delle ultime settimane, salendo rispetto alla maggior parte delle valute come fattore sia dei segni di miglioramento dell'economia americana sia della costante e crescente difficoltà nella zona Euro. All'inizio di questa settimana, l'agenzia di rating del credito Moody's, ha declassato il debito irlandese e l'euro è stato sotto pressione; Venerdì, l’EUR/USD ha chiuso sotto a $1,3188. Quindi, il controverso disegno di legge diventerà legge, e mentre quasi tutti in America hanno un "problema" con alcuni aspetti di esso, almeno nel breve termine, dovrebbe dare all'economia po’ di respiro.
A cura di: eToro