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La situazione energetica e geopolitica prospetta un aumento dei prezzi del petrolio


Venerdì i futures sul petrolio Brent sono scesi sul NYMEX a $102,52, scivolando dal recente massimo a $104 al barile. Il prezzo di riferimento dei futures sul petrolio greggio WTI è anch’esso diminuito sul NYMEX di $0,16 a $86,20 al barile. Queste perdite sono arrivate dopo una settimana di guadagni costanti, e nonostante le continue tensioni geopolitiche in Egitto, Bahrain e in altre zone del Medio
Oriente e Nord Africa. In generale, ad eccezione del greggio WTI, i prezzi del petrolio sono costantemente aumentati nel corso dell'ultimo trimestre del 2010, in conseguenza del miglioramento
delle prospettive delle economie mondiali e del consolidamento dei fondamentali del mercato petrolifero. Secondo gli analisti di Morgan Stanley, i prezzi del petrolio greggio Wti sono sottostimati in modo significativo rispetto ad altri greggi di riferimento e sono suscettibili di rimanere tali fino al 2013.

Domanda di Energia ‐ Secondo un recente rapporto degli analisti di Goldman Sachs, la domanda mondiale di petrolio sta accelerando. Con la seconda più grande economia del mondo, la
domanda della Cina nel mese di dicembre è salita a quasi 10 milioni di barili al giorno, fatto dovuto principalmente alla produzione di energia elettrica con gasolio. Si tratta di un aumento di 1,5 milioni di barili al giorno rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

Dopo il calo nei due mesi precedenti, la domanda si è impennata negli Stati Uniti nell'ultimo mese del 2010, in crescita di 800.000 barili al giorno rispetto al Dicembre 2009. Come risultato dell’aumento di dicembre, la crescita media per l'anno di calendario 2010 è salita a 400.000 barili al giorno. In Europa, è
avvenuta la stessa cosa, con la domanda di petrolio in aumento costante negli ultimi sei mesi del 2010. In generale, però, la domanda europea è stata inferiore rispetto ad altre regioni dell'area OCSE. La chiave per l'aumento della domanda, e non solo per il petrolio ma anche per il gas naturale, sono state le condizioni meteorologiche avverse che si sono verificate nell'emisfero settentrionale.

Secondo Goldman Sachs, quella che è in discussione, tuttavia, è la domanda al di fuori della Cina e dei paesi OCSE. I dati preliminari dal lato dell'offerta attualmente avvalorano la teoria che si sia verificata una diminuzione della domanda nell'ultimo trimestre del 2010. Gli analisti di Goldman Sachs ritengono che tale scenario sia estremamente improbabile in considerazione delle loro previsioni di crescita per i mercati emergenti (esclusa la Cina).

Approvvigionamento energetico ‐ I dati più recenti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia hanno riportato che l’utilizzo globale delle scorte di petrolio esistente è notevolmente rallentato. La relazione afferma che le scorte di Novembre e Dicembre erano al di sotto delle medie stagionali, con un conseguente surplus destagionalizzato per il 4° trimestre del 2010. Gli analisti di Goldman Sachs, tuttavia, contestano tale affermazione. Essi ritengono che la relazione
sottovaluti enormemente i recenti prelievi come solitamente spesso avviene con i dati preliminari (e che probabilmente subiranno revisioni significative), ma ancora più importante, che i dati suggeriscano che l'offerta attuale globale può essere superiore a quella registrata. Il che, essi dicono, è un'indicazione che l'OPEC potrebbe aver iniziato a immettere nuovamente sul mercato la capacità inutilizzata.

Mentre sembra contro ogni logica, se l'OPEC ha veramente fatto una tale mossa, gli analisti di Goldman Sachs ritengono possa avere effetti rialzisti sui prezzi del petrolio. Secondo la loro analisi ciò suggerisce che il mercato potrebbe essersi già spostato nella successiva fase di ripresa ciclica, il che porta ad un mercato toro strutturale.

Le tensioni geopolitiche ‐ Il recente movimento del prezzo dei futures sul petrolio Brent può essere attribuito, in parte, alle crescenti tensioni in Medio Oriente e Nord Africa. Gli analisti confermano che il
terremoto geopolitico ha avuto scarso effetto sui prezzi del greggio WTI, ma ha più pesantemente influito sul prezzo di riferimento del Brent perché esso è il prezzo di riferimento per i paesi produttori di petrolio non OPEC. Gli investitori temono che come conseguenza dei disordini potrebbero verificarsi interruzioni nei canali di distribuzione delle forniture.

La Conseguente Conclusione ‐ Recentemente abbiamo visto il greggio Brent superare i $100, mentre il riferimento WTI è intorno a $ 90. Questo differenziale tra il petrolio Brent, che è il più in uso in Europa e quello di riferimento mondiale del WTI ha raggiunto un massimo storico. Quindi, questa differenza è maggiormente dovuta alle questioni regionali di fornitura nelle Americhe che ai fondamentali della  domanda globale. Quindi è piuttosto certo supporre che i partecipanti al mercato utilizzeranno questa differenza di prezzo per garantire la fornitura di petrolio a prezzi economici. Una volta che questo processo avrà luogo la probabilità che i contratti sul WTI raggiungano i 100$ è piuttosto alta.

Dopo movimenti altalenanti iniziali, questa settimana si è conclusa con una forte spinta in favore dell'Euro, quando il membro della Banca Centrale Europea, Bini Smaghi, ha osservato che la BCE potrebbe dover stringere i tassi per combattere l'inflazione. Ciò ha colto molti di sorpresa, perché si riteneva che la BCE avesse assunto una posizione "attendista". Tuttavia, va notato che la coppia EUR/USD, dopo lo spostamento iniziale, si è fermata alla resistenza, e siamo ancora in consolidamento globale.

A cura di: eToro
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