La stagnazione giapponese
Dal recente aumento dei prezzi delle materie prime, gli investitori potrebbero chiedersi qual è il piu' alto impatto dei prezzi, che potrebbe accadere sulle economie delle nazioni sviluppate ed emergenti. Le due domande chiavi che si pongono sono: 1) quanto effetto fara' il rialzo dei prezzi delle materie prime sul mercato interno e 2) in che modo le autorità economiche reagiranno a questo effetto?
Un recente brief cliente, preparato dall'analista Goldman Sachs indirizza che queste questioni sono relevanti in particolare per quanto e' attinente in Giappone. Il Giappone è in una posizione unica rispetto alle altre economie sviluppate; nonostante il tasso d'interesse che e' quasi accanto allo zero, sta sperimentando un prolungato periodo di bassa inflazione statale (confinante con deflazione) e la loro moneta rimane eccezionalmente forte. Per qualsiasi economia, il trasferimento reddito e' soprattutto per i
paesi che dipendono fortemente dall'esportazione delle materie prime ed è importante mentre i prezzi delle importazioni aumentano. Secondo Goldman Sachs, per determinare con precisione l'effetto dei prezzi delle materie prime sull'economia, c'è la necessità di esaminare la questione da quattro prospettive diverse: l'economia nazionale, il settore corporate, il consumatore, e la possibile decisione
dell'autorità monetaria.
L'economia nazionale- per un paese che è dipendente dalle importazioni, l'aumento dei prezzi delle materie prime e' equivale ad un aumento delle retribuzioni alla fonte d'oltremare. Allo stesso modo, un paese che importa merci per soddisfare le esigenze di produzione, vuol dire che il deflusso del reddito va al paese di esportazione, invece. Se il reddito nazionale è fisso, la quantità minore diventa disponibile per gli investimenti interni e per il consumo.
Il Settore Aziendale: se un aumento dei prezzi delle materie prime potrebbe o no passare attraverso il consumatore, dipende dall'efficienza o dalla tecnologia del costruttore, o dalla sostituibilità dei beni prodotti. Secondo l'analista Goldman Sachs, in paesi come il Giappone, dove le strutture industriali sono generalmente considerate complesse, il numero degli intermediari tra le materie prime e l'utilizzatore finale, può richiedere molto tempo. I costi sono generalmente più difficili da passare attraverso le industrie con una prossimità della base dei consumatori, dando l'esistenza di alternative adeguate e feroci prezzi
competitivi.
Base dei consumatori: Un aumento dei prezzi delle materie prime può essere assorbito, da una certa misura, dai fornitori di distribuzione, come è avvenuto nel periodo dal 2006 al 2008. All'interno di alcune categorie, i prezzi erano rimasti invariati per oltre un decennio, dando l'impressione al consumatore che "si sono fermati". Secondo le analisi di Goldman Sachs, c'è stato un ritardo nella velocita' che i consumatori iniziano a sentire la crisi ;il ritardo potrebbe essere ovunque da sei a dodici mesi. Loro rilevano, tuttavia, che questo è il ritardo attuale e' il piu' grande ritardo mai fatto, a causa di due motivi principali: in primo motivo e' che mentre la necessità di "uomini a meta' " diminuisce, ci sono meno livelli di distribuzione che possono assorbire l'aumento dei costi; il secondo motivo e' che mentre la crisi finanziaria continua, le aziende hanno una minore capacità di assorbire i costi. A questo punto, i costi sono più rapidamente trasferiti al consumatore, spesso con una estensione migliore di prima.
Cosa le prospettive di inflazione hanno a che fare con la ripresa?
L'economia giapponese e' gia' 20 anni in crescita stagnante con un credito praticamente congelato ed un mercato di attività. Tornando agli anni '80-'90 , la cosiddetta epoca d'oro d'inflazione dell'economia giapponese con il mercato immobiliare inprofondità, e' come in un territorio pieno di bolle che ha stimato il valore immobiliare del palazzo imperiale di Tokyo che è superiore all'intero stato della California. Era chiaro; l'economia giapponese e' stata oltrefinanziata. Quello che e' successo dopo, è molto simile al seccamento del credito nella attuale crisi subprima ed e' molto simile alla crisi degli anni '20. Il sistema creditizio giapponese e' prosciugato e le banche sono diventate " bancarie a ombra ". Di conseguenza il
governo giapponese e' stato costretto ad intervenire per mantenere l'economia a galla ancora una volta, molto simile a quello che gli Stati Uniti stanno facendo ora. Il governo giapponese ha dovuto prendere su di lui un enorme quantità di carico di debito di oltre il 200% del PIL giapponese, cosa che lo ha fatto diventare solo il mutuatario secondo più grande dopo gli Stati Uniti.
Il risultato è stato molto semplice; il mercato di titoli statali giapponese è diventato lo strumento preferito di investimento che non lascia spazio per le imprese giapponesi a competere per il credito. Ciò significa che il mercato obbligazionario giapponese ed il settore bancario hanno effettivamente perso la capacità di rischio di prezzo in modo efficace come gli altri mercati sviluppati , lasciando le imprese giapponesi incapaci a crescere, adeguatamente in particolare sul mercato interno e sulla crescita delle attività giapponesi che sono diventate stagnanti e lo Yen, che e' praticamente diventato la cassa corrente del mercato FX. Solo quando il Giappone ridurrà il suo ufficio, il settore bancario giapponese imparera' a prendere rischi e l'economia giapponese veramente recuperera', dal momento che non ci sara' nessuna crescita senza l'assunzione al rischio.
Con uno sguardo al mercato nel corso dell'ultima settimana,possiamo certemente vedere che questa e' stata una settimana assolutamente volatile, e gli operatori hanno adeguato i loro portafogli ai livelli mutevoli di paura e di avidità. Questa situazione è stata esacerbata dai recenti avvenimenti in Libia, Marocco, Iran, Iraq, ed in varie altre nazioni del Medio Oriente.
A cura di: eToro