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Euro sopravvalutato o sottovalutato

Nella zona Euro, una settimana che è stata caratterizzata da un’incredibile volatilità si è chiusa  in termini meno positivi, nonostante l’annuncio Giovedi di un accordo per un nuovo e migliorato meccanismo di salvataggio, noto come Fondo Europeo per la Stabilità Finanziaria o EFSF. In primo luogo l’EFSF dovrebbe aiutare la Grecia ad affrontare il problema del suo enorme debito, quindi dovrebbe servire a prevenire il contagio ai paesi periferici della zona Euro. I principali responsabili politici dell’Eurozona hanno rafforzato i termini dell’accordo, che prevede anche una riduzione dei tassi d’interesse in vigore per i finanziamenti concessi per evitare insolvenze, nonché una proroga della loro scadenza. Le modifiche sarebbero applicabili non solo ai prestiti alla Grecia, ma anche a quelli all’Irlanda ed al Portogallo. Per dire di più, al meccanismo sono stati conferiti ampi e omnicomprensivi poteri i quali, soprattutto, consentiranno un intervento rapido per quei paesi che necessitano di assistenza fiscale.

L’euforia per la positiva definizione è stata però di breve durata, in quanto gli investitori hanno riconsiderato le implicazioni a lungo termine. Tale orientamento si è riflesso nell’indebolimento di Venerdì dell’Euro e nella vendita dei titoli di Stato. Se il nuovo EFSF non è stato sufficiente a mantenere un atteggiamento positivo da parte dei mercati, ciò pone la domanda: che cosa sarà in grado di farlo? Approfondiremo questo argomento ponendo un’altra domanda …

Per analizzare e rispondere a questa domanda, dobbiamo prima di tutto individuare gli aspetti che mettono sotto pressione l’Euro e determinare un’ipotesi praticabile sul dove stia andando la crisi dell’Euro. Nel corso della nostra indagine, abbiamo scoperto due punti di pressione fondamentali che sottolineano l’origine della crisi del debito in Europa.

In primo luogo abbiamo esaminato la differenza tra le obbligazioni Italiane a 2 anni e quelle Tedesche della medesima durata, elemento che costituisce il premio per il rischio richiesto agli investitori sui titoli Italiani. Perché le obbligazioni Italiane? Semplicemente perché il mercato obbligazionario Italiano con oltre 1 trilione di € di debito costituisce il più grande mercato obbligazionario in Europa. Quindi, noi riteniamo che qualsiasi aumento sui ​​premi per il rischio di quel particolare mercato sia un buon indicatore, non solo della crisi dell’Euro, ma perché le obbligazioni italiane rappresentano una parte sostanziale del debito in essere all’interno del sistema bancario Europeo relativo alla ripartizione degli investimenti ed agli strumenti collaterali. Le scadenze a due anni sono particolarmente importanti se si considera che l’Italia dovrà rinnovare € 832 miliardi entro i prossimi cinque anni e, di conseguenza, qualsiasi aumento dei rendimenti su questi titoli avrà un effetto immediato e tangibile.

Ciò che può essere letto sul grafico sottostante è il fatto che i premi sulle obbligazioni Italiane sono cresciuti ogni volta che la crisi Europea sul debito ha raggiunto un nuovo culmine. Come mostrato nel grafico, si possono individuare tre distinte fasi di aumento durante le crisi; la prima si è verificata all’inizio dell’Aprile 2010 e l’ultima proprio questo mese.

A noi, questo grafico genera una certa preoccupazione; potete osservare come in Luglio la crescita abbia superato un nuovo confine, con la differenza sugli interessi che è salita oltre la soglia del 3%. Questa è un’indicazione del disagio presente nel mercato europeo obbligazionario, ora sempre più sotto pressione e senza evidenti segni di riallineamento.

Un’esame del grafico dei rendimenti dei titoli Italiani a 10 anni dimostra chiaramente una tendenza forte e ciclica al rialzo, con il 5% inteso come la linea di tendenza media a lungo termine del supporto. Ora, per quanto concerne il mercato, una tendenza ciclica come questa non può terminare dopo aver testato una sola volta un massimo record. Pertanto, se si considera che il supporto è sempre stato inteso intorno al livello del 5%, il rendimento è semplicemente rimbalzato dal precedente supporto negli ultimi bagliori della ripresa di Venerdì dell’Euro.

Il grafico dimostra anche come il rendimento del 5% abbia agito come supporto, o come trampolino di lancio se preferite, quindi la traiettoria verso l’alto del rialzo dei rendimenti dei titoli Italiani rimane intatta. In conclusione, il rischio per l’Euro non ha ancora raggiunto il suo culmine e, di conseguenza, l’Euro non è ancora arrivato ai suoi minimi.

A cura di: eToro
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