L'impasse elettorale greco si è mosso ieri verso un nuovo capitolo. Come previsto, Syriza, il raggruppamento di estrema sinistra che voleva far saltare gli accordi di salvataggio UE/FMI e di conseguenza le loro mordenti misure d'austerità, non è riuscito a formare un nuovo governo. Il testimone è passato ora al Pasok per vedere se riescono a tirar fuori il coniglio dal cilindro. Se questo non sarà possibile, allora si terranno nuove elezioni.
Senza alcun dubbio, il popolo greco sente che la crisi non è di loro produzione e sono pieni di risentimento per il peso delle misure d'austerità che penzola sulle loro teste. Tuttavia, i greci sono notoriamente interessati ad evitare di pagare le imposte sul reddito, quindi almeno un pó di colpa ce l'hanno per il deficit creato, negando sostanziali entrate al fisco da parte dei lavoratori.
Dato che una parte importante dei politici eletti in Grecia ora chiede una riforma degli accordi internazionali esistenti e vincolanti (quest'ultimi richiesti dai greci stessi per uscire dal buco da loro creato) non sorprende sapere che la Comunità Europea sta trattenendo 1 miliardo di Euro dalla prossima tranche del finanziamento. La mossa può solo fornire una sveglia ai politici greci e alla popolazione in generale, per rendersi conto che strappare gli accordi internazionali e seppellire la testa nella sabbia non è una soluzione di lunga data per problemi finanziari complessi. La Grecia riceverà una tranche di 4.2 miliardi di Euro..perlomeno il collasso finanziario non sarà un problema immediato.
Secondo il calendario originale, la Grecia doveva ricevere 39.4 miliardi di Euro in giugno, una parte dei 110 miliardi del secondo fondo di salvataggio previsto per la fine di giugno.
Il Pasok avrà tre giorni per mettere assieme una coalizione di unità nazionale per guidare avanti la Grecia. Se anche questo tentativo dovesse fallire, ci saranno nuove elezioni, ma è anche vero che finché la rabbia del popolo greco non verrà placata, l'Armageddon finanziario imperverserà nell'antica terra.