L'ultima occasione per i greci di evitare una nuova elezione generale che può vederli commettere un atto di suicidio economico e creare un'ondata in generale per l'Eurozona e la più ampia Unione Europea, sembra essere scivolata via grazie alle recenti notizie economiche.
La bella notizia è arrivata con l'annuncio dell'Eurostat, nella quale si attesta che il blocco dei 17 paesi che usano la moneta unica, sono riusciti ad evitare la recessione tecnica. Nella lettura iniziale dei dati infatti, l'Eurozona non è né cresciuta né si è contratta nel primo trimestre. Quindi zero crescita non significa recessione, poiché la definizione di recessione è di due (o più) trimestri dove la produzione economica si contrae; la zona Euro ha evitato così una doppia recessione.
Il blocco nel suo complesso ha subito una contrazione dello 0.3% nel quarto trimestre 2011, impostando il rischio per una recessione tecnica. Con il blocco che è riuscito a stare a galla, ci son stati chiaramente vincitori e perdenti nella performance individuale degli Stati membri. Come abbiamo visto ieri, la Germania è stata la star della performance riuscendo ad impostare una crescita dello 0.5%, che ha battuto le previsioni degli analisti e ha assicurato al blocco di evitare recessione.
La seconda principale economia, la Francia, ha anch'essa raggiunto la posizione neutrale di crescita zero. Sull'altro piatto della bilancia, la travagliata economia italiana si è ridotta dello 0.8%, il suo terzo trimestre di recessione. La Grecia è scivolata ulteriormente, con una contrazione del 6.2%. In confronto, la contrazione dell'economia spagnola dello 0.3% nel primo trimestre, potrebbe essere anche vista come una buona prestazione.
Le prestazioni poco brillanti del blocco commerciale più grande al mondo, serviranno ad alimentare la tesi secondo cui le misure di austerità devono essere adeguate a favore di una maggiore crescita economica. Questa posizione di buon senso verrà ora sostenuta dal presidente francese Francois Hollande. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni, visto che la figura trainante della leadership politica europea è stata macellata alle urne. In questi casi, solitamente prevalgono gli interessi.