Il presidente greco sta ancora valorosamente cercando di convincere i politici della Grecia a unirsi in una coalizione di emergenza nazionale, per evitare la necessità di nuove elezioni il prossimo mese. Il timore è che una nuova tornata di elezioni darebbe un chiaro mandato agli elementi della sinistra, per abbandonare le misure di austerità concordate con l'Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale, come condizione per i due pacchetti-salvataggio.
Non vi è alcuna voglia tra i partner UE della Grecia di rinegoziare i prestiti, e la discussione sta diventando sempre più contundente poiché, se la Grecia non fosse all'altezza degli obblighi da essa assunti per evitare un disordinato default dei suoi debiti, potrebbe sempre esserci l'altra scelta, quella di lasciare l'Euro. Anche se nessuno chiede ancora alla Grecia di essere espulsa dai 17 membri dell'Eurozona, il fatto che si parli di una uscita greca come possibilità reale, dovrebbe far concentrare le menti ad Atene. Banchieri di alto livello in Germania e Irlanda, hanno apertamente suggerito che se la Grecia non riuscisse ad onorare i suoi impegni, nessun nuovo aiuto sarebbe imminente. Il capo della Banca Centrale in Germania, Jens Weidmann, ha dichiarato: “Se Atene non mantiene la sua parola, ci sarà una scelta democratica. La conseguenza sarà che scomparirà la base per nuovi aiuti".
Mentre una sortita della Grecia dall'Euro porterebbe senza dubbio ad un danno, non sarebbe in ogni caso fatale per l'Euro. Sarei propenso ad andare oltre: se la Grecia non è seria circa il rispetto dei propri obblighi, scavandosi la fossa da sola, buttarla fuori dalla moneta unica sottolinerebbe la gravità di tutto il resto del blocco nell'assicurare la credibilità fiscale. Dopotutto, la Grecia ha falsificato i criteri di ammissione al momento dell'entrata nella moneta unica, e il suo contabile dopo l'adesione al blocco dei 17, non è stato di altissimo livello.
Gli analisti immaginano che se si dovesse tenere una seconda elezione, il partito di sinistra Syriza vincerebbe il mandato. Il suo leader, Alexis Tsipras è stato inequivocabile nel condannare il prestito e le misure d'austerità imposte alla Grecia, impegnandosi a bloccare i pagamenti ai creditori e a rinegoziare il secondo piano di salvataggio. Sembra che alcune persone in Grecia, non siano disposte a credere che i loro partners europei li abbandoneranno, se hanno insistito per rinegoziare condizioni meno dolorose per il secondo piano di salvataggio, ma questo potrebbe rivelarsi un errore di valutazione costoso.