Tra le principali economie democratiche, senza dubbio il passaggio dell'Australia attraverso i mari tempestosi della crisi finanziaria globale, è stato il più regolare. Naturalmente, questo non vuol dire che gli australiani abbiano avuto una vita facile in termini economici, né sono da minimizzare i grandi problemi delle inondazioni che hanno colpito la nazione lo scorso anno. Tuttavia, l'Australia è ricca di materie prime e questo, nonostante la svolta globale verso il basso; i mercati delle esportazioni australiane hanno continuato a necessitare dei prodotti interni.
L'Australia è stata la prima grande economia ad aumentare i suoi tassi d'interesse bancari centrali, in maniera da controllare le pressioni inflazionistiche all'interno dell'economia - tutte le maggiori banche centrali hanno ridotto i propri tassi d'interesse ai minimi livelli storici nel momento peggiore della crisi, nel tentativo di stimolare gli affari, aumentando l'offerta di denaro a basso costo nelle loro economie. I tassi di Stati Uniti, Eurozona, Giappone e Regno Unito rimangono a (o vicino) questi livelli di minimo storico, ma in Australia il tasso di interesse era al 3.75% fino a martedì.
Il punto di vista della Reserve Bank of Australia è che la crescita economica nella nazione stava rallentando, soprattutto a causa del calo della domanda a livello mondiale ed, in particolare, l'indebolimento della domanda in Cina. A differenza dei suoi coetanei, la Riserva ha il lusso di essere in grado di stimolare l'economia tagliando i tassi d'interesse. La Reserve ha infatti tagliato i tassi di interesse di riferimento dello 0.25% a 3.5%, la seconda riduzione in molti mesi. A parere della Banca, il rischio inflazione è attualmente sotto controllo.
In uno sviluppo correlato, i dati sull'andamento dell'economia australiana sono stati più forti di quanto gli analisti avessero previsto. Il primo trimestre 2012 ha restituito un dato della crescita dell'1.3%, mentre gli analisti avevano previsto una crescita molto più modesta di circa lo 0.5% (tuttavia, la crescita raggiunta si compara male al dato del 4.3% dello stesso trimestre nel 2011).