La Banca Centrale Europea (BCE) ha ridotto il suo tasso d'interesse dall'1% allo 0.75%, nel tentativo di stimolare l'attività economica nell'Eurozona, riducendo il costo dei finanziamenti. Il livello è ora ad un basso storico, accompagnato dalla riduzione del tasso di deposito da 0.25% a zero. Il presidente della BCE, Mario Draghi, è stato pessimista sulle prospettive della zona Euro per il secondo trimestre, aspettandosi che ci sarà una crescita scarsa o nulla all'uscita dei dati ufficiali a fine mese, ma è stato più rialzista per il quarto trimestre. La fiducia delle imprese è scesa nel mese di giugno e, secondo un sondaggio rilasciato la scorsa settimana, il settore dei servizi dell'Eurozona si è ridotto.
A Draghi è stato chiesto se la situazione di fronte al blocco fosse così grave come nel 2008, al culmine della crisi finanziaria globale; la sua risposta è stata enfatica: “Sicuramente non ci siamo affatto”. È stato anche fiducioso che le pressioni inflazionistiche non siano un problema nella zona Euro al momento, nonostante il fatto che attualmente sono al di sopra del target della BCE al 2%. Il tasso dovrebbe entrare in una media dell'1.6% il prossimo anno, dando la possibilità alla banca di ridurre i tassi adesso. Questo è il terzo taglio del tasso d'interesse della BCE, da quando Draghi è diventato Presidente lo scorso anno.
La Bank of England ha lasciato il tasso di interesse in attesa allo 0.5%, ma ha annunciato l'intenzione di iniettare ulteriori 50£ miliardi nell'economia attraverso il suo meccanismo di quantitative easing. La banca dà i soldi alle istituzioni del settore privato per acquistare beni dello Stato (obbligazioni), il che contribuisce a mantenere i rendimenti dei titoli del Regno Unito bassi, riducendo i costi finanziari. L'idea è che le banche si presteranno le commissioni che fanno sulle transazioni di business, migliorando in tal modo la liquidità nell'economia.