Oggi, la BCE ha annunciato la sua decisione di mantenere il livello dei tassi d'interesse allo 0.75%, il tasso di deposito allo 0.0% e quello marginale a 1.50% (tassi ai minimi storici), dopo la riduzione del mese scorso di 0.25 punti. Questo fa parte degli sforzi della banca per sostenere il debole ritmo della crescita nella zona euro, rallentato a causa del peggioramento della crisi del debito sovrano.
La settimana scorsa, Mario Draghi ha sollecitato i responsabili decisionali di fare tutto ciò che è in potere per proteggere la zona euro da un crollo, compreso un controllo sul forte apprezzamento del costo del denaro. Alcuni investitori hanno visto questo come un chiaro segnale da parte della Banca Centrale Europea per un possibile acquisto di titoli di Stato dei paesi europei, soprattutto quelli di Spagna e Italia. Ed effettivamente, nella conferenza stampa di oggi, il numero uno dell'Eurotower è sembrato propenso all'acquisto non-convenzionale sul mercato aperto, dei titoli spagnoli e italiani. Draghi, rispondendo alle domande , comunica anchee dopo aver parlato di livelli di spread “inaccettabili”, che devono essere gli stati in crisi a rivolgersi all'EFSF e che la BCE non può sostituirsi all'azione dei governi nello sforzo di raddrizzare i conti pubblici e di bilancio.
Oggi, il Presidente della Banca Centrale Europea, ha cercato di calmare i mercati finanziari e rassicurare gli investitori sul fatto che il futuro della zona euro è sicuro, specialmente dopo l'impennata dei rendimenti sulle obbligazioni spagnole al pericoloso livello di oltre il 7%, con aspettative negative che il paese dovrà richiedere un piano globale di salvataggio.
Agli “iettatori” dell'Euro, Draghi ha risposto sicuro dicendo che “l'Euro resta” e che l'Eurozona è più forte di quello che si creda e che non si torna indietro dal sistema Euro. Ma in molti sostengono che la BCE dovrebbe concentrarsi anche sul sostegno alla crescita, più che mantenere la stabilità dei prezzi. Ciò è particolarmente vero, visto il raggiungimento dei livelli d'inflazione al 2.4% rispetto al mese scorso, che sostiene la tendenza della banca ad allentare la politica monetaria. Inoltre, lo svolgimento di attività economiche è molto debole a causa della contrazione del settore industriale e di servizio dei mesi passati, in aggiunta al brusco crollo dei livelli di fiducia nei mercati finanziari. Draghi quindi parla di una “crescita molto graduale” e di aspettative sulla riduzione dell'inflazione per il 2013 sotto al 2%.
In ogni caso, se la BCE ci dovesse mettere troppo tempo a prendere decisioni chiare o se queste non bastassero a placare le acque, questo potrebbe mettere gli investitori in frustrazioni profonde e l'Euro potrà colpire nuovi minimi, dopo essere sceso in profondità durante il mese passato ai livelli più bassi in quasi due anni, a circa 1.21.