Il Regno Unito è la più grande economia europea al di fuori dei 17 membri dell’Eurozona. L’UK è anche il più grande polo finanziario all’interno dell’unione. E’ dunque chiaro che ogni cambiamento significativo nel modo in cui è supervisionata e regolata la finanza europea dovrebbe avere la benedizione degli inglesi.
In un tentativo di mostrare saggezza a fatti già avvenuti, e prevenire l’onere di un nuovo tracollo finanziario a pesare sui contribuenti europei, i leader dell’UE stanno provando a riformare il settore bancario entro la fine del 2014.
Il ministro delle finanze francese, Pierre Moscovici, ha incontrato a Londra la sua controparte britannica, George Osborne, ed ha dichiarato che UK e Francia sono ampiamente d’accordo sui piani della Banca Centrale Europea (BCE) per supervisionare tutte le banche all’interno dell’Eurozona. Ha poi insistito sul fatto che il Regno Unito verrà coinvolto nel processo decisionale, nonostante sia fuori dall’Eurozona.
La posizione franco-britannica è in contrasto con quella tedesca: la Germania ritiene che la supervisione della BCE dovrebbe riguardare solo le maggiori banche, e non tutti i 6000 istituti dell’Eurozona. L’autorità della BCE sarebbe su un livello più alto rispetto a quella delle banche nazionali (ad es. la Banca d’Inghilterra) che al momento regolano le questioni a livello sovrano.
La Germania pressa per un’unità fiscale più stretta all’interno dell’Eurozona (una posizione su cui l’UK è d’accordo, finché non le tarpa le ali), dunque la logica detta di adottare la posizione franco-britannica. Alla fine le stesse regole dovrebbero essere applicate agli istituti di credito in tutta l’Unione Europea, per evitare un sistema a due velocità.
Moscovici ha dichiarato che sia Francia che Regno Unito vorrebbero vedere implementato a breve il nuovo sistema di supervisione della BCE, le cui linee generali dovrebbero essere decise prima della fine di quest’anno. Il piano, in definitiva, deve mettere d’accordo tutti e 27 gli stati facenti parte dell’Unione Europea.