I principali mercati azionari hanno chiuso la settimana inferiori, dopo che l'FMI ha tagliato le previsioni di crescita e sono quindi salite le preoccupazioni per il rallentamento dell'economia mondiale.
In Europa nel corso della settimana, il FTSE è sceso dell'1,3%, chiudendo a 5.793,3; il Dax ha chiuso a 7.232,5, in calo del 2,2% nel corso della settimana; il CAC è sceso del 2% per terminare la sessione a 3.389,1.
Il Dow Jones ha chiuso la settimana più debole, al ritmo del 2,1% a 13.328,9. L'indice Nasdaq Composito ha terminato a 3034,1, perdendo il 3,3% nel corso della settimana.
Anche il Nikkei si è abbassato nel corso delle contrattazioni settimanali, scivolando del 3,7% per terminare la sessione di negoziazione a 8.534,1.
La scorsa settimana, sui mercati valutari, lo Yen ha visto la performance migliore. Il Dollaro si è rafforzato contro la Sterlina, salendo dello 0,75% per chiudere a 1,607345 sul Pound Sterling. Il biglietto verde è stato più forte anche contro l'Euro la settimana scorsa, in aumento dello 0,84% per chiudere a 1,29453. Il Dollaro ha invece perso terreno nei confronti della moneta giapponese, chiudendo a 78,31285 sullo Yen, una discesa dello 0,45%.
L'Euro si è indebolito rispetto allo Yen, concludendo la settimana a 101.3783, in calo dell'1,3%. Il valore dell'Euro é stato più debole anche nei confronti della Sterlina nel corso della settimana, e perde lo 0,1%: la chiusura ha visto un £ acquistare 1,241644.
Sul mercato delle materie prime, il prezzo del greggio Brent ha chiuso in rialzo, a 114,6 dollari al barile (per la consegna di novembre), un aumento del 2,4% nel corso del trading settimanale. La quotazione dell'oro ha chiuso inferiore la scorsa settimana, a 1766,8 dollari l'oncia, con una perdita dello 0,97% rispetto al valore della settimana precedente.