L'economia tedesca è la più grande tra le 17 economie dell'Eurozona e anche dei 25 membri dell'Unione Europea e in quanto tale, le sue sorti sono indissolubilmente legate a quelle dell'Unione Europea. È quindi relativamente sconcertante che la Germania abbia rivalutato la sua previsione di crescita per il 2013 dal 1,6%, ad appena l'1%. Il riallineamento ha posto le previsioni del governo in linea con i pronostici di quattro principali gruppi di riflessione, i quali hanno tagliato anche le aspettative alla luce delle attuali realtà economiche.
Il Ministro dell'Economia tedesco, Philipp Roesler, ha tenuto però a sottolineare che l'economia è ancora destinata a crescere: "Stiamo ancora parlando di circa l'1% di crescita (per il 2013), quindi non si parla di crisi per la Germania. La Germania sta navigando in acque tempestose a causa della crisi del debito sovrano europeo e un indebolimento economico nei paesi emergenti in Asia e America Latina". Un piccolo raggio di sole è spuntato da una previsione di crescita migliore per l'anno in corso, che è stato rettificato dal 0,7% allo 0,8%.
I fattori che stanno alla base della revisione, si trovano in gran parte fuori dalla stessa Germania. La domanda globale ha subito un rallentamento nel corso dell'anno, che ha svantaggiato la Germania in quanto grande paese esportatore. Ugualmente, la continuità della crisi del debito pubblico in Europa, indebolisce la fiducia delle imprese con l'effetto di soffocare la liquidità nel settore bancario, nel senso che i prestiti destinati alle imprese sono più difficili da trovare. Questo perché le banche sono più caute nell'offrire prestiti alle imprese che cercano di aumentare la loro partecipazione al capitale proprio, per mettersi nella posizione migliore per affrontare un nuovo ciclo della crisi finanziaria, se questo si dovesse verificare. Dall'altro lato della medaglia, la competitività tedesca nei mercati esterni all'Eurozona, è stata rafforzata dalla relativa debolezza dell'Euro.
Nel 2010 e 2011, l'economia tedesca ha registrato un tasso di crescita rispettivamente del 4,2 e del 3,1% . Naturalmente queste cifre sono uscite da un basso livello finanziario, sulla scia della prima ondata di recessione globale.