Faremmo bene a ricordare che gli aiuti che l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale hanno concesso a Grecia, Irlanda e Portogallo non sono regali: i prestiti comportano interessi significativi (ad esempio, all’Irlanda fu inizialmente chiesto il 6%, ridotto in seguito a meno del 4%). Inoltre, i prestiti saranno effettuati in più tranche, rilasciate solamente al completamento di riforme economiche e misure di austerità pensate per riportare l’attuale debito sotto il 3%.
Il Portogallo ha appena annunciato i suoi piani per il bilancio del prossimo anno, i più duri nella storia recente della nazione, a causa di una serie di tagli e aumenti delle tasse. L’imposta sul reddito salirà dal 9,8% (cifra che molti paesi considererebbero parecchio bassa) al 13,2%. Le fasce di reddito diventeranno 5 (sono attualmente 8). La bozza del bilancio è stata annunciata dal Ministro delle finanze portoghese Victor Gaspar, che ha dichiarato che il piano era l’unico modo attraverso cui il Portogallo potesse far fronte agli accordi presi per ricevere i fondi, che hanno garantito al paese 78 miliardi di Euro quando il costo dei prestiti era diventato proibitivo.
Sul piano della riduzione della spesa, la riduzione di circa il 2% dei 600,000 impiegati nel settore pubblico (0,6 milioni di persone lavorano nel pubblico su un totale di 10,6 milioni di cittadini) comporterà un risparmio di circa 2,7 miliardi di Euro. Secondo Gaspar il piano permetterà al Portogallo, il prossimo anno, di ridurre il deficit al 4,5% del PIL, rimettendo il piccolo stato in carreggiata verso l’obiettivo dell’Eurozona, fissato al 3%.
Le misure saranno profondamente impopolari: il 15% della forza lavoro portoghese è ferma, e gli analisti si aspettano che il totale raggiunga il prossimo anno il 16,4%. Le misure di sicurezza sociale sarebbero dovute aumentare dall’11% al 18% il prossimo anno, ma la mossa è stata bloccata a causa delle forti proteste pubbliche.