La funzione di un’agenzia di rating è quella di fornire una valutazione imparziale dei rischi che l’investimento in un dato veicolo finanziario comporta; maggiore è il rischio, maggiori saranno gli interessi, così da attrarre gli investitori. Standard & Poor’s ha appena diminuito il rating del debito sovrano spagnolo da BBB+ a BBB-; un solo scalino prima dello status di “spazzatura”. Un titolo spazzatura (detto anche, in inglese, “junk bond”), è un investimento che non si considera più di alto livello.
Un declassamento del rating, solitamente, dovrebbe alzare il costo del prestito una volta che il governo in questione torna sui mercati per finanziarsi. Fino all’ultimo periodo, tutto ciò avrebbe significato che i costi del prestito, per la Spagna, sarebbero balzati al di là di quello che gli economisti ritengono un livello sostenibile. Il declassamento favorisce le speculazioni sul bisogno della Spagna di un salvataggio congiunto da parte di UE e FMI, e lancia l’Euro in basso contro le altre maggiori valute. Ad ogni modo, è adesso attiva la politica delle BCE di supportare le nazioni che ricevono i fondi di salvataggio attraverso un programma di acquisto dei titoli di stato, così da ridurre i costi del finanziamento sul mercato. Mentre la Spagna non è ancora idonea per ricevere tale supporto dalla BCE, ha però beneficiato della rete di sicurezza percepita dai mercati, e ha visto i costi dei suoi interessi precipitare, nonostante la speculazione continua che, a tempo debito, renderà un salvataggio necessario.
Gli spagnoli rimangono categorici sul fatto che non hanno bisogno di essere salvati, e sono quindi fiduciosi del fatto che potranno continuare a far fronte alle pesanti richieste dei loro prestiti sui mercati finanziari. Non è così, però, che la vede Standard & Poor’s: “Il declassamento riflette la nostra idea che le finanze pubbliche spagnole, a causa delle pressioni economiche e politiche in crescita, affrontino un rischio sempre maggiore. La profonda recessione sta limitando le opzioni disponibili per il governo spagnolo.”
Col 25% della forza lavoro totale a girarsi i pollici, e una montagna di debiti scaturiti dallo scoppio di una bolla immobiliare, la Spagna ha davvero dei problemi, che sta affrontando con una riforma del lavoro, pensata per rendere più facili assunzioni e licenziamenti, e una gamma di misure di austerità volte a diminuire la spesa e aumentare le entrate, attraverso un aumento delle tasse. L’ultima cosa di cui la Spagna, al momento, ha bisogno, è veder salire ancora il costo degli interessi sui suoi titoli.