Le cifre appena pubblicate hanno mostrato che le esportazioni giapponesi al resto del mondo sono scese per il quinto mese consecutivo. L’economia giapponese continua a soffrire a causa della deflazione che soffoca il consumo domestico poiché i consumatori stanno rimandando gli acquisti importanti il più a lungo possibile in modo da trarre vantaggio dal calo dei prezzi.
Le esportazioni sono diminuite del 6,5% nel mese di ottobre di anno in anno, riflettendo la continua influenza dell’indebolimento della domanda globale, anche rispetto al recupero che va a scatti e, in alcune zone, si inverte. Le esportazioni alla Cina hanno subito un calo dell’11,6% (questi dati non dovrebbero essere stati influenzati dall’attuale disputa sulla sovranità di alcune isole nel Mar Cinese Orientale), e del 20% all’Unione Europea. Le cifre dall’U.E. riflettono effetti delle incertezze sulla crisi del debito europeo e la situazione greca, con relativa possibilità che la Grecia sia forzata a lasciare l’Euro. Questi fattori hanno guidato l’Euro più basso rispetto allo Yen, facendo aumentare il costo delle esportazioni, un effetto aggravato dalla debolezza della domanda in Europa, a causa del rallentamento dell'economia mondiale e le misure di austerità in atto in molti paesi dell'U.E.
Le cifre hanno alimentato la crescente preoccupazione che l'economia giapponese, in contrazione nell'ultimo trimestre, cadrà in recessione. Ulteriore incertezza è data anche dalle elezioni generali anticipate che son state chiamate la scorsa settimana e che potrebbero vedere un cambiamento di governo.
Il Giappone potrebbe ricevere buone notizie sottoforma di uno Yen più debole rispetto le alter principali valute. Lo Yen è in calo rispetto al Dollaro USA da ottobre (il rally di inizio novembre potrebbe essere dovuto al nervosismo delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti). La valuta giapponese è passata da 78,12 (10 ottobre) a 82,72 (al momento) e la tendenza sembra destinata a continuare. In parte, ciò può essere dovuto all’ottimismo negli Stati Uniti che si possa trovare una soluzione comune tra democratici e repubblicani per evitare che i mali del "Fiscal Cliff" cadano proprio nel giorno di Capodanno.