Dopo una settimana tormentata da incertezze (riuscirà la Grecia ad ottenere il denaro di cui ha tanto disperatamente bisogno?), la risposta tanto attesa dagli investitori sembra essere un deciso “forse”. I leader dell’Eurozona e gli altri membri della Troika hanno deciso che la Grecia è idonea a ricevere la prossima tranche di fondi, fermo restando l’obbligo di aderire alle condizioni del prestito stabilite in precedenza. Sebbene non sia ancora del tutto fatta, dato che alla data del rilascio manca ancora qualche settimana, questo basta per allentare la sensazione di rischio, interrompendo (sebbene probabilmente in maniera solo temporanea) quella che è stata una settimana relativamente anonima per l’Euro.
Ci si aspetta che, fino al rilascio del pagamento, i vari policy maker della Troika continuino a bisticciare per il futuro, collegato alla riduzione del prestito per il debito greco e ad una possibile estensione dei tempi concessi per raggiungere gli obiettivi fiscali pattuiti. Il governo greco ha accettato un processo di monitoraggio del bilancio più frequente e rigido, e, nel caso gli obiettivi fiscali non venissero raggiunti, tagli alla spesa e aumenti delle tasse entrerebbero in gioco automaticamente. Infine, il governo greco ha accettato che in caso l’obiettivo venisse mancato di oltre il 10% in un periodo di sei mesi senza che vengano prese misure correttive, allora il Ministro delle Finanze nominerebbe un amministratore incaricato di sovraintendere alle spese.
Posto che le discussioni siano completate entro fine mese, i vari parlamenti nazionali avranno ancora il tempo necessario per approvare il finanziamento aggiuntivo. Sembra inoltre che le preoccupazioni espresse dalla Germania circa il rimborso del prestito alla Grecia siano ora state risolte: il governo greco ha infatti dato il suo assenso al fatto che entro dieci giorni i proventi per il rimborso del prestito siano accreditati su un conto atto a questo scopo presso la BCE.
Nel frattempo il governo ellenico dovrà comunque provare i propri meriti, così da avere l’approvazione della Troika e da mostrare un impegno continuo verso le riforme economiche già esplicitamente dichiarato. Se tutto andrà secondo i piani, la Troika prenderà una decisione definitiva sul rilascio dei pagamenti il 3 dicembre, e la Grecia potrà ottenere i fondi entro il 5 dicembre.
Ora che le probabilità tendono in favore della Grecia, le notizie hanno stimolato la propensione al rischio abbastanza da non desistere anche di fronte al declassamento del rating del credito Francese. Ad inizio settimana, Moody’s ha infatti annunciato che la Francia sarà declassata, passando da AAA a Aa1, un’eventualità che i mercati hanno messo in conto poco dopo la decisione di gennaio di Standard & Poor’s. Seconda economia europea dopo la Germania, la salute dell’economia francese è ritenuta vitale tanto quanto il recupero dell’intera Eurozona, e alimenta ulteriori preoccupazioni sul fatto che il malessere economico stia colpendo ulteriormente i centri di potere. Germania e Francia sono i due principali contribuenti dei due principali conti d’emergenza dell’Eurozona (EFSF e ESM), e il bisogno del loro aiuto crescerà certamente non appena la Spagna richiederà formalmente aiuto.
Secondo gli analisti valutari, mentre il recente ottimismo ha concesso alla coppia EUR/USD un momento di pausa in quella che altrimenti sarebbe stata una settimana dal range contenuto, c’è bisogno di un impeto che deve ancora raggiungere livelli sostanziali prima di vedere una rottura sostenibile al di sopra del livello 1,30. Essendo già tornato alla luce svariate volte, il problema dei fondi di salvataggi greci non è nuovo a chi è sul mercato, così come anche il declassamento del debito sovrano e la riluttanza del governo spagnolo a richiedere un aiuto finanziario non possono essere considerate nuove preoccupazioni. Al di là di alcune reazioni istintive, e poiché questi scenari, a vari livelli, sono già stati messi in conto, è probabile che la situazione per l’Euro/Dollaro rimanga la stessa, un po’ più forte.