Il ruolo delle Agenzie di Rating è quello di fornire agli investitori una valutazione realistica del rischio per i loro investimenti in un veicolo del debito specifico, sia che si tratti di debito sovrano che commerciale. Nel caso dei mutui sub-prime però, le stesse Agenzie di Rating che dovevano proteggere gli investitori, non hanno svolto il loro lavoro al meglio, anzi, come tutti ben sappiamo.
Le Case di Investimento e le Agenzie di Rating sono state oggetto di processi in un certo numero di giurisdizioni, ricorsi che i loro clienti hanno vinto per il loro errore di giudizio. Una denuncia simile potrebbe essere avanzata dai francesi, dato che Moody’s ha appena declassato il rating francese da tripla A ad AA1, mantenendo un outlook negativo sulla Francia.
La loro logica è la seguente:
- Le continue preoccupazioni per un uscita dall’Euro della Grecia e preoccupazioni sull'esposizione della Francia per il salvataggio di altri paesi dell'Eurozona (presumibilmente Spagna e Italia);
- Crescita economica ferma e "persistenti sfide economiche strutturali" che potrebbero mettere a rischio le finanze francesi;
- La rigidità nel lavoro e nei mercati dei servizi;
- Bassi livelli di innovazione che contribuiscono ad una "perdita progressiva di competitività e la graduale erosione della sua base industriale orientata alle esportazioni"
Potrebbe benissimo essere notato che alcuni di questi fattori sono, senza dubbio, esterni alla qualità d’investimento dei titoli di Stato francesi. Dato che la BCE ha messo in atto un meccanismo che dovrebbe limitare i disagi dell’indebitamento sovrano (per i beneficiari del salvataggio) e la più ampia Eurozona sembra pronta nel sostenere la Grecia a far fronte ai propri obblighi, concedendo al Paese più tempo per farlo, la mossa non è così facile da capire. In linea di principio, nel segnalare che la qualità d’investimento dei bond francesi è diminuita (che resta un investimento di alta qualità con un rischio molto lieve), gli interessi passivi in Francia potrebbero essere destinati a salire di valore, ma questo è probabilmente già messo in conto dai mercati. La decisione di Moody’s si allinea con quella di Standard & Poor, che ha fatto un downgrade simile nel gennaio scorso.