I leader dell’Unione Europea sono giunti ad un accordo finale sulla supervisione bancaria per l’Eurozona: un’intesa storica, come viene definita dal commissario al Mercato interno Barnier con un tweet, dopo ore di consultazioni nella notte a Bruxelles.
L’accordo raggiunto dai Ministri delle Finanze è arrivato dopo mesi di difficili discussioni ed è volto ad assicurare che le banche principali si comportino prudentemente, nell’onda di debolezza della crisi nella zona Euro ed in primo luogo, degli eccessi bancari che hanno portato alla crisi finanziaria globale. Si spera che l’unione bancaria rafforzi la fiducia degli investitori nell’Euro.
L’accordo prevede che la BCE sia l’alta sovrintendenza delle banche all’interno del blocco dei 17. L’accordo entrerà in vigore nel 2014 e pone le banche che detengono asset sopra i 30 miliardi di Euro sotto la supervisione della BCE.
La Banca Centrale Europea acquisirà il potere di chiudere quelle banche che non riusciranno a seguire le regole stabilite, permettendo così di fornire i fondi dell’Eurozona alle banche in difficoltà finanziaria. L’accordo è stato strutturato in maniera tale da poterlo implementare senza che i precedenti trattati abbiano bisogno di rinegoziazioni.
Sia la Danimarca che il Regno Unito, hanno clausole di esenzione formali per l'appartenenza all’Euro, mentre i restanti otto membri non appartenenti all'area Euro si sono impegnati in futuro ad aderire alla moneta unica. Il Regno Unito intende garantire che Londra rimanga il centro finanziario d'Europa, quindi in fin dei conti, è probabile un’entrata nell'Euro, fattori politici ed economici permettendo, per garantire che la città mantenga il suo ruolo chiave in un’Eurozona sempre più integrata. Alla luce degli scandali che vedono al centro alcune delle banche più rispettate d'Europa, qualsiasi mossa che sostenga la fiducia nel settore è buona cosa, e potrebbe portare in futuro ad una maggiore trasparenza del sisema bancario.