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Euro Trova Supporto...dalla Grecia!

Dopo che la pressione sull’Euro è tornata ad un livello accettabile, in seguito al rilascio dei politici europei della prossima tranche di fondi per la Grecia, è proprio lo stesso paese ellenico a supportare la moneta unica. L’Euro è infatti rimasto su un trend positivo contro il Dollaro statunitense, e ieri ha aumentato i guadagni realizzati lunedì, approfittando della aspettative sul fatto che il piano pensato dal governo greco per riacquistare il debito sovrano vada avanti in maniera meno difficoltosa di quanto avvenuto in passato. La domanda per il riacquisto sembra dunque finora positiva, e secondo gli esperti il successo della manovra sarebbe l’ultimo passo verso lo sblocco della prossima tranche di aiuti dalla Troika, rimettendo inoltre il debito del paese entro livelli sostenibili. Secondo un rappresentante del governo greco, il paese userà più di 10 miliardi di Euro per riacquistare debito sovrano a prezzi che potrebbero raggiungere le aspettative del mercato.

I dati economici dalla Grecia erano inoltre una delle ragioni per il miglioramento delle condizioni dell’Euro: sebbene ancora in recessione, i dati mostrano dei miglioramenti sui settori chiave dell’esportazione, nonché un tasso di crescita ora tra i più alti dell’Eurozona. Secondo Christian Noyer, membro della Banca Centrale Europea e governatore della Banca Centrale Francese, se le riforme strutturali venissero implementate, l’economia greca potrebbe riprendersi. Sempre secondo lui, il governo ellenico deve provare agli investitori la propria sincerità per quanto riguarda queste riforme anche se riducono il debito, e la capacità di farlo tramite un’amministrazione efficace e una riduzione della burocrazia, che potrebbe stimolare la crescita del paese.

Ad inizio settimana sono inoltre scesi anche i costi dei prestiti per gli altri paesi dell’Eurozona che stanno passando momenti finanziariamente complicati, e secondo gli analisti il miglioramento degli interessi nelle aste che incombono per il debito di Italia e Spagna potrebbe portare un ulteriore guadagno prima della fine della settimana. Anche la notizia di martedì che la Spagna ha superato i 5 milioni di disoccupati (con un incremento che corrisponde all’1,5% del tasso di disoccupazione), e il disaccordo tra i rappresentanti di Francia e Germania sulla via per arrivare ad una unificazione bancaria, non ha troppo tagliato le gambe dell’entusiasmo.

Durante la giornata di martedì, l’EUR/USD ha colpito un picco di 1,3041, un tasso che non si vedeva da più di un mese, per poi rimanere in un terreno positivo anche per la maggior parte della giornata di mercoledì. I mercati si focalizzeranno ora sui dati riguardanti il lavoro non agricolo negli Stati Uniti per il mese di novembre, il cui rilascio è atteso per venerdì.

Un sondaggio condotto di recente mostra che sia gli analisti che gli economisti prevedono che i dati mostrino l’aggiunta, in futuro, di 91,000 posti di lavoro, un calo significativo rispetto ai 171,000 di ottobre. Se i dati fossero così insoddisfacenti come da previsioni, ci troveremo ad avere qualche dubbio sulla possibilità che l’impegno della Federal Reserve per mantenere bassi i tassi d’interesse possa essere visto come giustificabile. D’altra parte, il fatto che ci si trovi nell’importantissima stagione di dicembre porta alcuni analisti, ovviamente non in maggioranza, a credere che queste stime siano decisamente troppo conservative, e che le assunzioni stagionali porteranno a numeri molto più alti, forse addirittura a 180,000. In questo caso, è probabile che si assista ad una reazione istintiva alla notizia che potrebbe spedire l’EuroDollaro ancora più in basso.

Ieri, sono stati anche rilasciati i risultati dell’ADP per quanto riguarda le assunzioni nel settore privato (che solitamente tendono ad offrire un presagio sui dati governativi ufficiali); gli analisti prevedevano un passaggio dalle 158,000 assunzioni di ottobre (passate a 157.000 alla seconda lettura) a 125,000 a novembre: l’incremento reale è stato di 118.000 unità per il mese di novembre.



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