Tutte le cose volgono al termine. Ad un certo punto, l'economia greca dovrà pur "girare l'angolo", "toccare il fondo" o qualsiasi altra cosa. L’effetto dei tagli alla spesa, gli aumenti delle imposte, le riforme sulla sicurezza sociale ed la distensione della legislazione lavorativa, porteranno al momento in cui l'economia cesserà di contrarsi, ritornando alla crescita. Il Ministro delle Finanze greco, Yannis Stournas, prevede che l’economia greca ritornerà alla crescita nel 2014. E' comunque improbabile che sarà tutto rose e fiori, piuttosto si può dire che la situazione smetterà di peggiorare. L’economia greca ha subito una contrazione per 24 trimestri di fila ed il paese è riuscito a superare la Spagna come nazione con la peggiore crisi di disoccupazione nell’Unione Europea, al 26,8%.
Stournas ha dichiarato ad un’intervista con Mark Lowen della BBC, di essere rialzista nelle prospettive della Grecia: “C'è sicuramente un barlume di speranza, una luce alla fine del tunnel. La probabilità che la Grecia lasci l’Euro – Grexit è stato il termine coniato – è ora molto piccola. Siamo riusciti nel fare un dietrofront dell’economia. Dai mercati, c’è molto più ottimismo. I depositi stanno tornando alle banche, il governo sta pagando gli arretrati al settore privato e c’è un cambiamento nel modo in cui l’Europa guarda al nostro paese. Quindi tutti gli indicatori principali sono positivi. Siamo a due/terzi del cammino verso il nostro obiettivo. Così la gente può avere speranza”.
Il Ministro si aspetta con fiducia che il recupero inizi ad avere effetto nel quarto trimestre 2013, con un ritorno alla crescita per l'anno prossimo. Tuttavia, ci si aspetta una contrazione dell’economia greca per un ulteriore 4,5% quest’anno. La nazione è ancora impantanata nel debito, stimato come il 180% del PIL del paese. Gli accordi di salvataggio dell'UE / FMI richiedono che il debito greco venga riportato ad un livello "sostenibile" al 124% del PIL entro il 2020, solo 7 anni di tempo.