Di: DailyForex
A fine 2012, i media mondiali si sono concentrati sulle potenziali ramificazioni della caduta dal “Fiscal Cliff” per l’economia americana: si temeva che in assenza di un accordo tra Democratici e Repubblicani, il mix di aumenti automatici delle tasse e tagli alla spesa avrebbero spedito l’economia statunitense in una fresca recessione. Alla fine, è stato trovato un compromesso che ha messo in atto un accordo fiscale, ma non ha tenuto conto però dei tagli alla spesa, e comunque, copre solo due mesi. Quindi, come si dice, il tempo vola, e l’estensione dell’accordo sta ora per scadere, con i tagli obbligatori che entreranno in vigore dal 1 marzo.
Il problema è che i Repubblicani controllano il Congresso mentre i Democratici tengono la presidenza ed il Senato, trovando un pò di terreno comune tra i partiti in riferimento alla filosofia economica. I Repubblicano vogliono tagli significativi alla spesa governativa ed i Democratici vogliono assicurare che le scappatoie fiscali vengano chiuse e che le persone con redditi elevati paghino più tasse.
Il Preisdente Obama ha avvertito che un approccio a “mannaia” sui tagli alle spese potrebbe costare molti posti di lavoro. I tagli automatici vedrebbero 85 miliardi di dollari scissi dalla spesa pubblica. “Questi non sono tagli intelligenti, né tantomeno giusti; andranno a colpire l’economia. Questo non è un concetto astratto. La gente perderà il posto di lavoro. Modifiche di questo tipo, non ponderate bene, senza una corretta progressività, cambiamenti di questo tipo vanno a colpire la nostra capacità di rispondere alle minacce in parti instabili del mondo", ha detto.
Obama ha detto di essere aperto a tagli sui programmi di governo che si riveleranno infruttuosi e non necessari, ma ha dichiarato che i Repubblicani non erano aperti all’aumento di tasse a causa della “rigidità ideologica”. Non sorprende che abbia prestato il suo supporto ad una mossa per colmare le lacune fiscali e spingere gli introiti ed un piano di bilancio proposto dai Democratici che hanno ricevuto l'accoglienza prevedibile dai repubblicani alla Camera del Congresso.
I Democratici vogliono rimuovere le agevolazioni fiscali alle aziende di gas e petrolio e alle imprese di esternalizzazioni del lavoro USA oltreoceano, e vogliono anche che i milionari paghino almeno il 30% di tasse. I Repubblicani sono d’accordo nel chiudere alcune delle lacune fiscali, ma vogliono una revisione generale del sistema di tassazione e non che sia solo una soluzione parziale all’attuale stato delle cose. La domanda è se i politici sono disposti a mettere da un lato le questioni di parte per trovare una soluzione praticabile, soprattutto perché di interesse nazionale.