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Cipro e Russia Tentano l’Accordo

Di: Andrea Cohen

Il fatto che il sistema finanziario di Cipro ( e del paese stesso) sia in un cattivo stato e necessiti di un aiuto esterno, è conosciuta da lungo tempo. Pertanto, con importanti piani di austerità e crisi del debito pubblico in paesi ben più grandi (e, osiamo dire, anche ben più importanti) come Grecia, Spagna e Italia, i problemi di Cipro sono stati messi a lato per quanto riguarda l’attenzione dei media e dei mercati.

Cercheremo quindi in questa analisi, di dare un quadro della situazione attuale e descrivere le misure adottate. Inoltre, cercheremo di individuare gli “attori” nelle loro azioni e gli interessi che devono essere presi in considerazione.

In termini d’attività economica, Cipro è solo una goccia nel mare per l’Eurozona. Con circa lo 0,2% del PIL dell’intera zona Euro, un crollo di questo isolato paese non avrebbe pressoché quasi alcun effetto sul resto dell’Unione. Tuttavia, la crisi di Cipro non si sta svolgendo nel vuoto: gli occhi dei paesi, dei politici e dei cittadini interessati sono fissi sull’isola per vedere cosa li aspetterà.

Una parte cruciale dell’economia di Cipro è il settore dei servizi finanziari. Il debole tasso d’imposta sulle società (10%) e la reputazione di avara piattaforma di riciclaggio, hanno attirato molte aziende a Cipro, dove hanno aperto i loro uffici e ne hanno fatto il loro quartier generale europeo. Somme enormi provenienti dall’ex Unione Sovietica, sono state depositate nelle banche cipriote (il che ha posto la questione circa l’origine di tali fondi). A questo punto, cosa ne hanno fatto le banche cipriote di questi fondi? Tra le altre cose, hanno acquistato il debito pubblico greco, ebbene, è proprio così: le banche di Cipro sono tra i maggiori detentori di titoli di stato greci e tanto quanto i fondi d’investimento privati, hanno visto andare al collasso il valore degli asset, sotto i termini del Private Sector Involvement (PSI).

In preda alla disperazione, il settore bancario si è trovato ad affrontare il governo cipriota per ottenere l’aiuto europeo. Pertanto, con il debito pubblico pari a cira l’80% del PIL, Cipro non è in grado di salvare le sue banche. Questo crea un deficit di 17 miliardi di euro. Le discussioni tra governo di Cipro e Troika (CE, BCE e FMI) e tra i Ministri delle Finanze si sono accumulate durante la scorsa settimana. I leader europei (o meglio, la Germania, ma non vogliamo puntare il dito qui) hanno chiesto un’imposta unica sui depositi bancari. La resistenza iniziale cipriota è stata vinta quando il nuovo Presidente Anastasiades ha capito che rifiutare questa misura, significherebbe non ricevere l’aiuto da parte della BCE.

L’accordo annunciato sabato è questo: la BCE contribuirà con un salvataggio di 10 miliardi di euro. Ulteriori 1-2 miliardi proveranno da prestiti dalla Russia, che saranno rinnovati. Il resto dovrà arrivare dai clienti delle banche. Per i depositi inferiori a 100,000 euro, la tassa sarà del 6,7%, e del 9,9% per i depositi più importanti.

L’indignazione dei cittadini di Cipro ha ricordato ai politici che sostenere questa tassa sarebbe un suicidio politico. Potremmo essere ancora più audaci nell’affermare che con la dubbia provenienza di molti dei maggiori depositi, non è difficile immaginare che sostenere questa tassa andrebbe contro gli interessi di molti.

Ieri il Parlamento ha optato per una proposta rivista (con l’esenzione dei conti a saldo inferiore ai 20,000 euro), ma il voto è stato rinviato a lunedì prossimo. Nel frattempo, le banche rimangono chiuse (ufficialmente fino a giovedì, ma è certo che resteranno chiuse finquando non si raggiungerà una soluzione), in modo da evitare un ritiro massiccio dei fondi. Per ora, i cittadini ciprioti dovranno accontentarsi di accessi limitati ai loro soldi attraverso i distributori automatici.

Sembra che i leader europei stiano sottovalutando l’indignazione dei cittadini in risposta all’offerta iniziale. La reazione di cittadini e politici ha inviato un chiaro messaggi agli altri paessi in difficoltà, che eviteranno con probabiliità attacchi simili in futuro (perlomeno in riferimento ai “comuni” cittadini).

Si cerca quindi un’altra soluzione. Un’opzione sarebbe che il colosso dell’energia russo Gazprom si impegni nel ricapitalizzare le banche cipriote in cambio dei diritti di esplorazione all’interno delle sue acque territoriali. Comunque c’è ancora molta confusione, nonostante un titolo della CNBC che affermava: “Gazprom offre o non offre un salvataggio a Cipro”, ma conoscendo l’ammontare dei depositi russi nel paese, non siamo sorpresi dell’offerta. Il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la proposta di una tassa è “ingiusta” e “pericolosa”. Avremmo sorriso a questo commento, pensando che forse alcuni politici russi abbiano messo al sicuro i loro soldi proprio a Cipro, ma poi ci siamo ricordati che la Russia è uno dei principali fornitori di petrolio in Europa, quindi può punire ció che ritiene “ingiusto” chiudendo semplicemente le valvole.

Al momento, la situazione rimane irrisolta. Crediamo che la Germania sia la maggiore perdente del momento (assieme ad altri importanti stati membri), perché ha costretto Cipro ad accettare questa tassa solo per vedere ora come anche uno stato apparentemente insignificante come Cipro, possa reagire a questo piano. Continueremo a monitorare la situazione da vicino ma, se la nostra previsione è corretta, questo è un importante segno ribassista per Europa e Stati Uniti, almeno nel breve termine.

Team IT.DailyForex.com
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