Di: DailyForex
Come avevamo già detto, Cipro necessitava di un piano di salvataggio per continuare ad onorare i suoi obblighi. Senza questo piano di salvataggio, Cipro rischiava l’inadempienza del pagamento ed una potenziale bancarotta a maggio. È stato firmato un accordo alla fine della scorsa settimana, che ha permesso d’ottenere un fondo di 10 miliardi di euro dall’UE e del FMI, ma l’accordo richiede una ratifica parlamentare prima di essere convalidato.
Si pensava che l’accordo sarebbe stato accolto bene dai mercati, a sostegno della terza economia più piccola della Zonaeuro e, probabilmente, andando a ridurre definitivamente la crisi del debito del paese, ma questo non ha fatto che aprire il vaso di Pandora. La Germania era stata esplicita nelle sue proccupazioni che Cipro dovesse fare di più per impedire il riciclaggio di denaro da parte delle sue istituzioni finanziarie. I russi hanno quote di denaro significative depositate nelle banche di Cipro e l’idea che i russi avrebbero beneficiato di un salvataggio dalla zona Euro, sembrava particolarmente sgradevole ai tedeschi, soprattutto in un anno d’elezioni.
Alla fine, il piano di salvataggio è risultato dotato di un’insolita condizione: le parti interessate (i comuni cittadini) dovranno pagare una tassa unica come contributo al piano. Tutti coloro che hanno meno di 100,00 € pagheranno il 6,5% del proprio conto totale, e chi possiede di più dovrà versare una tassa del 9,9%. La legislazione europea prevede fondi sui depositi presso le banche, ma non li protegge dalle tasse nazionali. Le autorità cipriote forniranno ai propri clienti le azioni nelle loro banche per il valore della tassa.
La tassa è stata una sorpresa ed ha causato un massiccio ritiro dei fondi (ma sono disponibili solo i fondi residui, vale a dire al di sotto della tassa) essendo stata accolta in maniera estremamente impopolare tra gli abitanti di Cipro. La struttura della tassa potrebbe essere modificata al fine di proteggere i piccoli titolari di conti, applicando l’imposta al di sopra di una certa soglia, anche se questo resta tutto da vedere.
L’Euro è sceso del 3% contro lo Yen dopo l’uscita di questa notizia ed ha raggiunto il suo livello più basso in tre mesi nei confronti del Dollaro americano. I mercati asiatici sono scesi sui timori che la situazione potrebbe rilanciare la crisi del debito in Europa, ma è probabile che questi timori rimangano infondati. In tutti i casi, questo è stato un autogol che l’Unione Europea ed il Fondo Monetario Internazionale potrebbero permettersi di concedere in questa fase di gioco.