Di: DailyForex
L’economia indiana è ampiamente considerata forte ed emergente, al pari di quelle degli altri membri del gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). L’India ha però sofferto dei venti del Monsone, e la valuta del paese ha toccato nuovi minimi contro il dollaro statunitense. Nel 2008 un dollaro americano era pari a 40 rupie; oggi un dollaro vale 67,7 rupie (ed è sceso, dopo aver toccato un picco a quota 69,06).
La valuta indiana, solamente quest’anno, ha perso più del 20% contro il dollaro, che invece è aumentato di più del 25% contro lo yen giapponese, rendendo i prodotti giapponesi talmente costosi, in India, da risultare proibitivi.
I motivi del declino della rupia stanno nella crescita dell’economia indiana, il cui tasso negli ultimi 10 anni non è mai stato così basso. L’India, così come anche altri paesi asiatici, ha visto salire il valore dei propri titoli come effetto domino dato all’afflusso di denaro contante proveniente dalle misure di stimolo statunitensi. Il fatto che prima o poi questo supporto debba finire ha portato al declino dei mercati di questi paesi, iniziato a maggio. Un altro problema, per l’India, è la necessità di importare l’80% del petrolio di cui ha bisogno. Petrolio il cui prezzo è in dollari. Il crollo del valore della rupia, per questo motivo, sta avendo un effetto negativo sul saldo pagamenti indiano.
Le autorità del paese hanno tentato di arginare il crollo della loro valuta approvando progetti di costruzione delle infrastrutture per un valore di 28,4 miliardi di dollari, restringendo l’esportazione di valuta per aziende e individui, aumentando i tassi d’interesse e il tetto sul prestito giornaliero, oltre che il dazio sull’oro importato, una componente significativa dell’import indiano.
Hanno inoltre appena annunciato che la Banca Centrale venderà dollari statunitensi direttamente alle compagnie petrolifere, elargendo 300 milioni di dollari al giorno alle tre compagnie petrolifere del paese per spingere in alto il valore della rupia. Si tratta della maggiore operazione in dollari del paese su scala giornaliera, ma è improbabile che possa rappresentare una soluzione permanente, specialmente se le paure geopolitiche spedissero in alto il prezzo del petrolio.