Di: DailyForex
Fatto certo è che né I greci né i partners europei, vogliono vedere la Grecia abbandonare l’Euro, quindi non è una sorpresa il raggiungimento dell’accordo che permette alla Grecia di ricevere la tranche finale del fondo di salvataggio per un totale di 7,2 miliardi di Euro.
I fondi permetteranno alla Grecia di assolvere ai suoi oneri per ulteriori 4 mesi, mentre con i partners europei (BCE e FMI), si cercherà di negoziare un accordo più lungo e sostenibile. Quest’analisi è formulata in termini condizionali perché prima di poter entrare in vigore, l’accordo necessita della rettifica da parte dei parlamenti nazionali, anche se la maggioranza ritiene che questa sia solo una formalità.
È chiaro che mentre i creditori sono incoraggiati dall’apertura della Grecia verso un accordo riformato sul bailout (in confronto alla posizione di partenza greca che auspicava un taglio del debito del 50% e la cessazione con revoca delle misure d’austerità), non sono comunque convinti che la Grecia abbia concesso spazio sufficiente.
I greci hanno tentato di abbandonare il processo della Troika, che ha supervisionato l’erogazione dei fondi alla Grecia contro il progresso dei tagli e delle riforme concordate. In ogni caso, l’attuale pagamento dovrebbe essere quello finale per quanto riguarda il piano di aiuti, quindi questa concessione da parte di BCE E FMI non è poi così grande. Per garantire questa fase di aiuti e la sostituzione del controllo della Troika, la Grecia si sta impegnando per prendere azioni specifiche, rivolte in primis al contenimento dell’evasione e della frode fiscale.
Per riassumere i punti principali del piano di riforme, la Grecia s'impegna a:
- Combattere l’evasione fiscale
- Contrastare la corruzione
- Revisionare le privatizzazioni non ancora attuate, con l’impegno di non ritirare le privatizzazioni già completate
- Introdurre gradualmente una contrattazione collettiva, che include l’ambizione di aumentare il salario minimo
- Rivedere l’Iva per evitare un impatto negativo sulla giustizia sociale
- Contrastare la crisi umanitaria greca con garanzie di alloggi e cure mediche gratuite ai disoccupati non assicurati, senza andare ad aumentare la complessiva spesa pubblica
- Riformare gli stipendi del settore pubblico per evitare ulteriori tagli salariali, senza aumentare il complessivo costo delle retribuzioni
- Ottenere dei risparmi sulle pensioni attraverso il consolidamento di fondi e l’eliminazione degli incentivi per il pensionamento anticipato, senza tagli ai pagamenti
- Ridurre il numero di ministeri da 16 a 10 con taglio di consulenti speciali e benefici accessori per i funzionari
Da notare che questi impegni sono inclusi da 5 anni nel processo di salvataggio, che per essere posto su base sostenibile, richiedeva specifiche modifiche all’economia greca. Potremmo quindi domandarci perché l’evasione, le frodi fiscali e la corruzione siano ancora problematiche da risolvere.
Le concessioni fatte dall’amministrazione greca possono essere impopolari tra l’elettorato ed eventualmente anche tra i membri della coalizione di governo.
Mentre è scattato il semaforo verde per l’invio dei fondi, è chiaro che le figure chiave dimostrano ancora molte riserve sul processo, che comunque ha portato alla Grecia (e discutibilmente alla zona euro), quattro mesi di grazia.
Il capo del FMI, Christine Lagarde, ha precisato in una lettera alll’Eurogruppo: “In alcune aree come la lotta a evasione fiscale e corruzione, sono incoraggiata da ciò che appare una forte determinazione da parte delle autorità di Atene. Tuttavia in altre aree, che forse includono quelle più importanti, la lettera non trasmette chiare rassicurazioni che il governo intenda intraprendere le riforme proposte.”
Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, ha detto alla radio olandese: “Il nuovo governo è molto più deciso su tasse e corruzione, e questo è molto positivo. Ma il governo greco è forse troppo ottimista circa la velocità con cui si possono effettivamente aumentare le entrate fiscali.”
Da parte sua, il presidente della BCE Mario Draghi ha fatto notare che le attuali proposte greche “differiscono rispetto al programma d’impegni esistente in un certo numero di aree” e ha aggiunto di aspettare conferme sul fatto che le misure lasciate cadere saranno “rimpiazzate con misure di pari o maggiore qualità”.
Comunità europea e Banca Centrale Europea hanno dichiarato che le proposte greche erano un “valido punto d’inizio”, mentre in un commento l’Eurogruppo ha detto: “Chiediamo alle autorità greche di sviluppare e ampliare ulteriormente la lista di riforme, in base alle disposizioni attuali, in stretto coordinamento con le istituzioni”.
Fatto scomodo per gli elettori greci, è che non c’è stata alcuna disponibilità da parte dei creditori nell'accettare qualsiasi ulteriore svalutazione del debito, insistendo che la Grecia aderisca ai punti chiave concordati nel bailout. Questo non è quello per cui gli elettori di Syriza hanno votato, ma fa riflettere su come l’elettorato di un paese non abbia voce in capitolo sulle azioni intraprese dai creditori internazionali.