La maggior parte degli economisti concorderà sul fatto che le materie prime sono soggette a cicli di “espansione e frenate”: i loro prezzi possono colpire infatti picchi inafferrabili o minimi strazianti,e queste divergenze sono inevitabili; la questione è solo quando succederà. Ed è proprio questo che si stanno chiedendo gli investitori di petrolio da mesi, visto che i prezzi del petrolio sono crollati a meno di 50$ al barile (un calo maggiore del 50% rispetto al picco dell’estate 2014), è ci sono preoccupazioni generali sul fatto che dobbiamo ancora toccare il fondo. Ma ci sono ancora buone opportunità d’investimento nell’industria del petrolio?
Bulls VS Bears
Gli analisti ribassisti sul petrolio sono preoccupati per il fatto che non abbiamo ancora colpito i minimi. Gary Shilling, Presidente della A. Gary Shilling & Co, un’agenzia di consulenze del New Jersey, prevede che il crude oil potrebbe scendere ai minimi di 10$ - 20$ al barile, perché l’OPEC sta intraprendendo una prova di coraggio nel non tagliare la produzione, dal momento che le forniture stanno già superando la domanda globale. Il Principe saudita Alwaleed, Presidente della Kingdom Holdings si vantava del fatto che il petrolio “non avrebbe più visto i 100$”. A livello pratico, la produzione di petrolio attualmente supera la domanda di circa 2 milioni di barili al giorno, un numero che certamente offre qualcosa ai ribassisti. Se l’OPEC continua con il suo atteggiamento testardo, questo potrebbe continuare ad inondare i mercati, mantenendo i costi bassi. Forse è per questo che i magnati americani del petrolio, la famiglia Rockerfeller, è stata citata dalla rivista Rolling Stone perché stavano scaricando i loro investimenti sul petrolio “a rischio”.
Ma c’è un potenziale di crescita. I rialzisti del petrolio sperano che la produzione negli Stati Uniti cali nel prossimo anno, una mossa che aiuterebbe a chiudere il divario tra domanda e offerta. Analogamente, siccome i prezzi rimangono bassi, la domanda è destinata a crescere, e potrebbe quindi portare ad un necessario movimento rialzista nell’industria del petrolio. Inoltre, i bulls puntano ai grafici che indicano che il settore energetico tende a diventere leader durante la fine dei cicli del mercato rialzista nei mercati azionari, e visto che stiamo attualmente sperimentando quello che potrebbe essere la fine di una corsa rialzista da marzo 2009, questo potrebbe segnalare che è tempo per il settore delle energie (e per il petrolio in particolare), di tornare indietro.
Cosa significa tutto questo?
Non ci sono dubbi che solo negli Stati Uniti, il consumo di petrolio è stato più alto dell’8% nel giugno 2015 rispetto a giugno 2014. I consumatori stanno approfittando dei bassi prezzi, a beneficio delle industrie collegate come le raffinerie e l’industria automobilistica. Questo ciclo potrebbe favorire un aumento dei prezzi, in particolare i produttori globali (OPEC escluso) potrebbero mettere un freno alla produzione. Persino Warren Buffett ci è cascato, investendo pesantemente nella Phillips 66, una raffineria di petrolio che ha anche una grossa divisione chimica. In un’intervista con la CNBC Buffett si è affrettato a precisare che “non lo stiamo acquistando come raffineria [e] di certo, nemmeno come una compagnia petrolifera integrata”. Dietro a questo sentimento, tuttavia, sta il fatto che le raffinerie stanno effettivamente beneficiando dei bassi prezzi del petrolio, in quanto possono aumentare i loro margini, e che investire nelle industrie legate al petrolio, senza investire nella materia prima stessa, può essere una giocata geniale.
Con molta probabilità, ci potranno essere delle opportunità nell’industria del petrolio stessa, perché qualcuno potrebbe obiettare che i prezzi bassi non saranno sostenibili nel lungo periodo. “ andrà a 60$-80$ al barile”, a detta di Robert Thummel, un esperto dell’energia alla Tortoise Capital Advisors, anche se ha poi aggiunto che “potremmo rimanere bloccati al prezzo di 60$-80$ al barile per un po’ di tempo”. Se state cercando delle buone opportunità d’investimento nei mercati del petrolio, sappiate che la volatilità crea swings del 20% in ore o giorni, piuttosto che nel lungo periodo. Preparatevi a prendere grandi profitti (se non perdite significative, durante questo lasso di tempo), e a non restare nel petrolio per un lungo periodo di tempo fino a che il mercato non diventerà più stabile. Cosa più importante, tenete a mente che investire nel mercato del petrolio in questi tempi dev’essere frutto di una saggia decisione, presa da chi è veramente familiare con i mercati e con i fattori primari che li influenzano, sia a livello di news finanziarie che di analisi tecnica. Se vi soddisfano questi criteri, il potenziale di guadagno nel breve termine esiste sicuramente.