La seconda maggiore economia al mondo è un’importante nazione esportatrice e consumatrice delle materie prime necessarie a produrre questi prodotti nelle fabbriche cinesi. Attualmente, stiamo vivendo il secondo calo dei mercati azionari globali in sei mesi, che ha portato al crollo dei prezzi dei titoli cinesi ed è legato alle preoccupazioni che l’economia cinese sta rallentando. Di conseguenza, la notizia di una ripresa delle esportazioni cinesi dovrebbe calmare le acque ed innescare una ripresa delle valutazioni dei titoli globali, o almeno nel breve periodo.
A dicembre, le esportazioni cinesi hanno inaspettatamente registrato la prima crescita da giugno, con un tasso del 2,3% su base annuale (quantificato in Yuan). Questo contrasta con le aspettative di mercato, dove era stato previsto un’ulteriore riduzione del 4,1%. Anche la portata del calo delle importazioni cinesi è risultata migliore delle aspettative, toccando il 4%, quasi la metà del 7,9% previsto. Considerato l’anno intero, le esportazioni sono scese di un modesto 1,8%, ma le importazioni sono scese del 13,2% rispetto ai livelli del 2014. Il brusco calo nelle importazioni spiega in parte il crollo dei prezzi delle materie prime e materiali grezzi, visto che la Cina ne è uno dei principali mercati importatori. Con il calo della domanda, i prezzi delle materie prime scendono.
La Banca Popolare Cinese si è mossa attivamente facendo scendere il valore dello Yuan per aiutare i paesi esportatori. Lo Yuan per molto tempo ha offuscato il Dollaro statunitense, che lo scorso anno è salito sensibilmente contro altre valute importanti, portando lo Yuan con sé. L’aumento del valore relativo dello Yuan è stato sufficiente a convincere il FMI che non fosse (più) così svalutato, ma questa analisi ha sottovalutato la coppia Yuan/Dollaro. Da molto tempo i critici statunitensi lamentano una manipolazione dello Yuan da parte dei cinesi, e che lo Yuan è tra il 20 e il 30% svalutato contro il Dollaro. Le attuali mosse per svalutare lo Yuan aggraveranno queste preoccupazioni mentre gli Stati Uniti quest’anno si dirigeranno verso le elezioni.