La frase che viene subito in mente quando si sente che l’Unione Europea chiederà trasparenza alle grandi aziende circa le loro questioni fiscali, è “il cacciatore che diventa guardiacaccia”. La C.E. è già impegnata ad esaminare se i cosiddetti “sweetheart deals” (accordi d'interesse) fra alcuni degli stati membri dell’UE, inclusi Lussemburgo, Olanda e Irlanda e aziende che commerciano all’interno dell’UE, violano le normative europee. I leader delle nazioni interessate, incluso l’ex premier del Lussemburgo e l’attuale presidente della CE Jean-Claud Juncker, si sono affrettati a precisare di non aver commesso alcun illecito, come anche le aziende coinvolte. L’evasione fiscale è una questione perfettamente legale e, ad essere onesti, delicata (perché un qualsiasi individuo o azienda dovrebbe pagare più tasse del necessario? L’evasione fiscale, d’altro canto, è un crimine). Il problema è che la linea di confine fra evasione fiscale aggressiva ed evasione fiscale, è molto sottile.
I nuovi provvedimenti dell’UE (che precedono l’attuale scandalo di Mossack Fonseca, a Panama) si rivolgono alle aziende i cui proventi superano i 750 milioni di Euro, ed obbligheranno le società ad elencare nel dettaglio le tasse che pagano in ognuno degli stati europei nel quale operano. Questo tipo di regolamentazione si applica anche a specifici settori come quello bancario, quello dell’attività estrattiva e a quello della selvicoltura. Infine, i nuovi requisiti verranno applicati anche a società più piccole, andando alla fine a coprire il 90% degli introiti delle società europee.
I requisiti includono che le società interessate dovranno dichiarare i loro fatturati netti, gli utili al lordo di imposte, le tasse societarie dovute, i profitti accumulati e le ricevute delle imposte effettivamente pagate agli stati nei quali operano.
Forse le grandi aziende ora si renderanno conto del bisogno che c’è di vedere da parte loro un contributo significativo alla società attraverso il pagamento delle loro imposte, e che la mancata osservanza delle leggi può portare a perdite di profitti attraverso pubbliche campagne di boicottaggio (i cittadini comuni, d’altronde, non hanno mezzi per ridurre al minimo il loro impatto fiscale).