Il calo dei prezzi del petrolio greggio continua ad affliggere le economie mondiali. Con i prezzi che nelle ultime settimane stanno tornando a 40$ a barile, i membri dell’OPEC, nervosi, non sanno più come fermare il calo. Per affrontare il problema, il cartello petrolifero lunedì ha annunciato un meeting imprevisto per la fine del mese prossimo in Algeria. La Russia, paese non membro dell’OPEC e maggior produttore di petrolio al mondo, prenderà parte al meeting “informale”.
L’annuncio di un meeting dell’OPEC, che si terrà dal 26 al 28 settembre, ha fatto salire i prezzi del greggio del 3%, a 43$ a barile.
Nonostante l’insistenza di Mohammed Bin Saleh Al-Sada, presidente dell’OPEC e ministro dell’energia del Qatar, che il calo dei prezzi del petrolio è “solo temporaneo” e che il mercato rimane in fase di ripresa, l’idea di un meeting informale sottolinea la precarietà della situazione che stanno affrontando molti paesi che fanno affidamento sul petrolio per mantenere la loro economia a galla.
L’OPEC ha pompato petrolio ad un ritmo febbrile negli ultimi due anni, nello sforzo di riconquistarsi la propria quota di mercato dagli Stati Uniti.
L’Arabia Saudita, potente leader dell’OPEC, è stata costretta ad imporre severi tagli al budget che hanno portato un’ondata di licenziamenti la scorsa settimana. L’India è dovuta correre in soccorso di migliaia di suoi cittadini che stanno patendo la fame in Arabia Saudita dopo aver perso il lavoro, rimasti bloccati in campi di lavoro, lasciati in condizioni di povertà.
Al contempo, l’economia russa sta risentendo dei bassi prezzi del petrolio e delle sanzioni imposte dall’Occidente, e ha tagliato le spese per la difesa nonostante le tensioni con l’Occidente.
Il meeting improvvisato è segno di una nuova collaborazione fra i produttori petroliferi, ed è “indicativo della grande pressione che stanno soffrendo alcuni dei produttori all’interno delle loro economie”. Tuttavia, non significa che il cartello, diviso, riuscirà ad accordarsi su una limitazione della produzione, figurarsi su un taglio della stessa. I produttori membri e non dell’OPEC si sono riuniti a Doha ad aprile, e non sono riusciti ad accordarsi su nulla.
Il maggior ostacolo ad ogni accordo dell’OPEC rimane l’Iran, che ha rifiutato anche solo di considerare un congelamento della sua produzione fin quando questa non tornerà ai livelli antecedenti alle sanzioni.
Nel frattempo, i bassi prezzi del greggio in Texas, Nord Dakota e in altre zone di produzione degli Stati Uniti hanno portato la produzione a raggiungere massimi storici, ma nell’ultimo anno i numeri sono rallentati perché i prezzi sono scesi al di sotto della soglia minima per ricavarne profitto.