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FMI Inietterà $12 Milioni In Egitto Nei Prossimi Tre Anni

Di Cina Coren
Cina Coren è una ex broker di Wall Street ed una consulente finanziaria. Ha conseguito una laurea in Comunicazioni ed ha passato molti anni a scrivere per agenzie di stampa internazionali e pubblicazioni giornalistiche. Oggi, Cina passa la maggior parte del suo tempo scrivendo articoli per blogs e siti, mantenendosi costantemente aggiornata sulle notizie economiche e finanziarie dal mondo.

L’Egitto è rimasto bloccato per anni in una crisi economica con un alto tasso di disoccupazione e un’inflazione in crescita. Il governo di Abdel-Fattah el-Sisi, ex generale salito al potere tre anni fa da un governo islamista, non è riuscito a far riemergere l’economia dall’abisso in cui si trova, e si è rivolto a fonti esterne per chiedere aiuto. Ha già ricevuto decine di miliardi in aiuti, inclusa l’iniezione di liquidità di 25 miliardi di Dollari da parte degli stati del Golfo. Tuttavia, sembra essere una goccia nel mare egiziano. Ora il FMI si sta facendo avanti con un prestito provvisorio di 12 miliardi di Dollari nei prossimi tre anni.

Secondo gli ultimi dati, il tasso di disoccupazione ufficiale del paese è di circa il 13%, e quello dei giovani egiziani è più del doppio. Il paese ha un deficit commerciale pari al 7% del prodotto interno lordo, e un deficit di bilancio pari al 12% del PIL. Il sistema scolastico è un disastro, tanto che il tasso di disoccupazione è più alto fra i laureati che per i quasi-analfabeti.

Un terzo della popolazione di 90 milioni di persone vive in povertà e circa la stessa percentuale di adulti è analfabeta. L’Egitto potrebbe rimanere a corto di acqua nel giro di un decennio a causa della rapida crescita della popolazione, delle pratiche agricole in cui c’è molto spreco e dell’accordo svantaggioso raggiunto con i vicini.

A peggiorare le cose, il paese ha sopravvalutato la propria valuta e ora sta affrontando una grave carenza di valuta estera. Le riserve ufficiali hanno subìto un duro colpo cinque anni fa e da allora non si sono più riprese.

La Primavera araba, che ha soffocato il turismo nel paese, è in parte responsabile di alcune delle difficoltà dell’Egitto, e il recente abbattimento di un volo charter russo sul Sinai da parte dei terroristi lo scorso anno, così come il misterioso schianto di un aereo EgyptAir a maggio, nel mediterraneo, di certo non hanno aiutato.

Colpa di Al-Sisi?

Tuttavia, la maggior parte degli egiziani punta il dito direttamente contro Al-Sisi, come causa delle disgrazie del paese, che dicono abbia utilizzato i pacchetti di aiuti precedenti in cose innecessarie, soprattutto per l’immensa espansione del Canale di Suez. il governo Sisi ha fallito anche nel mantenere le promesse di riforme economiche. Le riduzioni del carburante, le sovvenzioni agricole e gli aumenti delle imposte non sono serviti a niente. Anche gli sforzi per calmare un’imperiosa burocrazia che dissuade dall’investire, si sono rivelati infruttuosi.

Il FMI ora richiede che Sisi tenti ancora di svalutare la Sterlina egiziana, e che imponga un’imposta sul valore aggiunto. Chris Jarvis, a capo della missione in Egitto del FMI, ha appena fatto visita al Cairo e approvato il prestito del Fondo di 12 miliardi di Dollari per l’Egitto nel corso dei prossimi tre anni, in attesa dell’approvazione del suo comitato esecutivo. Al prestito del FMI è probabile che seguirà denaro dalla World Bank and African Development Bank.

In cambio per l’influsso di fondi da queste fonti, l’Egitto ha promesso una serie di riforme che includono la svalutazione della Sterlina. Un’imposta sul valore aggiunto (IVA) che farebbe crescere le tanto neccessarie entrate, è al vaglio del parlamento; la proposta sembra destinata a passare, ma con ogni sorta di eccezione. Si è raggiunto un accordo anche per un’altra misura necessaria per riformare il corpo del servizio civile, anche se con obiezioni e proteste, nonostante non alleggerirà la burocrazia.

Gli analisti dicono che l’attuale proposta di iniezione di denaro non porterà ad una reale riforma, e che l’Egitto dovrà investire in infrastrutture semplici come strade, scuole e impianti di fornitura idrica. Dovrà anche rendere più semplice per le piccole e medie imprese ottenere prestiti e rompere i monopoli militari-industriali in tutto, dalle lavatrici all’olio d’oliva. Dovrà anche porre fine all’inasprimento sulla società civile, e muoversi verso elezioni presidenziali libere e giuste. Il lavoro che si richiede è molto.

Cina Coren
Informazioni su Cina Coren
Cina Coren è una ex broker di Wall Street ed una consulente finanziaria. Ha conseguito una laurea in Comunicazioni ed ha passato molti anni a scrivere per agenzie di stampa internazionali e pubblicazioni giornalistiche. Oggi, Cina passa la maggior parte del suo tempo scrivendo articoli per blogs e siti, mantenendosi costantemente aggiornata sulle notizie economiche e finanziarie dal mondo.
 

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