Le crisi finanziarie irlandese e spagnola che hanno scosso l’Europa durante la grande crisi finanziaria, hanno entrambe avuto origine nel settore proprietà e costruzioni che, sovraccarico, ha lasciato ingenti debiti sui conti delle banche, debiti che non si è potuto ripagare quando il settore è stato colpito dalla crisi. La crisi irlandese ha accelerato la necessità di un piano di salvataggio dal FMI/UE, mentre l’aiuto alla Spagna è stato limitato alle banche stesse. La Banca dei regolamenti internazionali (BRI) ha segnalato che alcune banche cinesi sono sovraesposte.
In pochi avranno sentito parlare della BRI. È stata fondata in Svizzera nel 1930 come organizzazione europea atta a recuperare i pagamenti delle indennità a carico (principalmente) della Germania alla fine della Grande Guerra. Con l’avvento della grande depressione ha assunto il ruolo di intermediario, facilitando la collaborazione tecnica fra banche centrali. Ha assunto responsabilità globali nel 1961, e la sua missione è di aiutare le banche centrali a svolgere il loro lavoro nel fornire stabilità monetaria e finanziaria, favorire la cooperazione internazionale fra le banche centrali e agire come banca per le banche centrali stesse.
La BRI è allarmata perché il divario fra il PIL e il debito (debito correlato al PIL rispetto al suo trend nel lungo periodo) indica stress. La BRI classifica un divario di 10 fra PIL e debito come indicatore di potenziale pericolo: attualmente il divario della Cina è a 30.1 (in aumento rispetto al 25.4 dell’anno scorso).
Secondo il FMI le banche cinesi hanno debiti per un valore di 1,3mila miliardi di Dollari, che potrebbero essere (o diventare) preoccupanti. Il governo cinese ha utilizzato il boom di crediti forniti, come strumento per combattere il rallentamento della crescita all’indomani della grande crisi finanziaria. Chiaramente, molte banche cinesi sono di proprietà dello Stato o sotto il suo controllo, perciò il governo può agire direttamente nel caso in cui il settore abbia bisogno di aiuto (le gioie di essere in uno stato comunista, si presume).