La Federal Reserve è desiderosa di continuare il processo di normalizzazione dei tassi d’interesse per darsi spazio di manovra quando colpirà la prossima ondata di recessione (e così sarà). Si erano pianificati quattro aumenti dello 0,25% distribuiti nel corso dell’anno, ma le cose non sono andate proprio così. Con “Brexit significa Brexit”, l’insensato mantra del momento in Regno Unito, sembra piuttosto chiaro che il ritardo nell’aumento di giugno dei tassi d’interesse sarà solo questo: un ritardo.
Mentre la Federal Reserve terrà d’occhio le condizioni dell’economia globale e gli effetti del voto del Regno Unito sull’autolesionismo economico della (ora) sesta maggiore economia, così come le ripercussioni sul più grande blocco economico UE, nell’anno delle elezioni le menti si concentreranno inevitabilmente sull’economia interna statunitense.
I dati sulla creazione di posti di lavoro hanno riportato 151.000 unità ad agosto, un calo significativo rispetto ai numeri di Luglio (275.000). Il livello ufficiale della disoccupazione è rimasto inalterato al 4,9% della forza lavoro. I dati di agosto sono ben al di sotto della media dei dati degli ultimi 12 mesi, arrivati a 204.000 unità. Il 4,9% di disoccupazione per i “Non-Farm Payrolls” equivale a 7,8 milioni di americani disoccupati e attivamente in cerca di un impiego (quelli che non lo stanno cercando attivamente non figurano nei dati).
Alcuni economisti interpretano i dati sulla creazione di posti di lavoro inferiori alla media come un fattore in diminuzione contro un precoce aumento dei tassi (ovvero a fine mese), ma la maggior parte ritiene che rimanga ancora una probabilità prima della fine dell’anno. Quest’opinione è stata incoraggiata la scorsa settimana dai commenti di Janet Yellen sulla crescita economica della nazione e la relativa forza del mercato del mercato del lavoro: “L’eventualità di un aumento dei fondi federali è andata rafforzandosi negli ultimi mesi”.
Una cosa è certa, finché non ci sarà una chiara spiegazione in termini pratici del “Brexit significa Brexit”, la Fed dovrà aspettare. Staremo a vedere.