La democrazia è stata descritta come il sistema di governo meno dannoso: con “soggetti economici” si intende in pratica l’elettorato nazionale, che sceglie il tipo di politiche che il governo dovrebbe perseguire, incluse chiaramente le scelte delineate nei vari manifesti politici. Questo va bene per gli ampi termini della vita democratica, ma come hanno mostrato le decisioni di Svizzera e Regno Unito, l’elettorato potrebbe non scegliere il sentiero dettato da una scelta logica ed economica. Questo può avvenire per diverse ragioni, ma i suoi effetti possono essere profondi.
Si potrebbe dire che l’Italia ha avuto “più democrazia” degli altri, con le sue 63 amministrazioni al governo dalla fine della seconda guerra mondiale. Agli italiani verrà chiesto di esprimersi su riforme costituzionali in un referendum che si terrà prima della fine dell’anno. Se il voto andrà contro i desideri del Primo Ministro Matteo Renzi, egli ha promesso di dare le dimissioni. Renzi intende: limitare la capacità del Senato di tenere in sospeso per un tempo indefinito le leggi proposte dalla Camera; consultare il Senato con meno frequenza; ridurre il numero di senatori dai 315 eletti direttamente a 100 sindaci regionali e consiglieri nominati o eletti indirettamente ed infine, scelta piuttosto criticabile, porre fine al potere del Senato togliendogli il voto di sfiducia al governo. Questo, sostiene Renzi, ridurrebbe l’instabilità che ha tenuto il paese in una morsa dalla fine della seconda guerra mondiale, permettendo al governo odierno di essere più efficace nell’affrontare le sfide economiche e politiche. Il governo sostiene che questa mossa permetterebbe di semplificare il processo legislativo, notoriamente lungo, e di dare il via a riforme strutturali di cui il paese ha bisogno. I critici ovviamente ritengono che questi cambiamenti darebbero troppo potere al governo attuale.
Come pare accada con ogni referendum, il voto è attualmente diviso a metà. Se il governo cadesse, il Movimento 5 stelle godrebbe di egual supporto ai poli, e se andrà al potere, ha promesso un referendum sull’uscita dall’Euro. È ora che i politici e i leader politici si prendano le responsabilità di portare a termine ciò per cui sono stati eletti.