“Brexodous” (lo leggete qui per la prima volta!) sarà certamente il termine coniato per descrivere lo spostamento delle sedi centrali delle banche, da Londra verso nuovi paesi all’interno dell’UE, qualora l’apparente determinazione del Regno Unito a voltare le spalle all’UE dovesse concretizzarsi. Un fattore critico che ha attratto le imprese straniere a stabilirsi a Londra è il cosiddetto “passaporto” finanziario. Questo significa che se un’impresa straniera ha sede centrale a Londra (o in Regno Unito), può essere trattata come un’impresa inglese e scambiare servizi finanziari con tutti i 28 membri del blocco europeo senza impedimenti. Se il Regno Unito lasciasse l’UE senza mantenere questo privilegio (continuando dunque a far parte del mercato unico), il passaporto smetterà di esistere, rendendo enormemente più difficoltoso fare affari fra le imprese finanziarie con sede a Londra e i paesi del blocco.
L’inizio del Brexodous è stato previsto da niente meno che la British Bankers’ Association (BBA) in un articolo del suo capo Anthony Browne sul giornale Guardian. Nel suo articolo, Browne suggerisce che le banche più piccole potrebbero spostare le loro operazioni fuori dal Regno Unito entro l’anno prossimo. Ha valutato i servizi finanziari UK-UE per un valore di circa 20 miliardi di Sterline l’anno, sottolineando che: “Probabilmente il settore bancario è quello più colpito dalla Brexit rispetto a qualsiasi altro settore dell’economia, sia per la portata dell’impatto che delle implicazioni. Si tratta della maggiore industria di esportazioni del Regno Unito, e gode di una mobilità internazionale più grande rispetto alla maggior parte. Tuttavia, è soggetta anche a leggi e diritti legali per servire i propri clienti transnazionali dall’UE”. Le banche che operano nel Regno Unito hanno già team di lavoro impegnati a capire quali operazioni dovranno trasferire dal Regno Unito, come farlo nel miglior modo e quando ci sarà bisogno di farlo. Le grandi banche potrebbero iniziare questo processo nel primo trimestre del 2017 (secondo la May, entro la fine del primo trimestre verranno notificate le intenzioni del Regno Unito di lasciare l’UE).
Per i convintissimi sostenitori della hard Brexit che dubitano dell’importanza del “passaporto”, Brown ha scritto: “...l’ “equivalente” europeo del passaporto è molto povero; copre solo una ristretta gamma di servizi, può essere virtualmente revocato senza preavviso e, probabilmente, significherà che il Regno Unito dovrà accettare queste regole poiché non avrà più alcuna influenza. Per la maggior parte delle banche, l’avere un equivalente non impedirà alle banche di spostare le loro operazioni. È comprensibile che altre città europee vogliano attrarre posti di lavoro da Londra. Delegazioni da Francoforte, Parigi, Dublino e Madrid stanno arrivando nel Regno Unito per attrarre i banchieri”.
Bob Marley potrebbe aver cantato: ““Brexodus, movement of the bankers… (Brexodus, lo spostamento dei banchieri)”, orecchiabile, certamente, ma disastroso per l’economia britannica.