Nel Regno Unito, fra i sostenitori della Brexit esiste la ferma convinzione che l’UE abbia più bisogno del Regno Unito che non viceversa, e dunque, che l’UE garantirà al Regno Unito qualsiasi cosa per vedere solo una minima perturbazione delle relazioni commerciali fra UK e i 27 paesi dell’UE. La maggior parte delle persone che pensano, ritengono che queste, semplicemente, siano delle enormi fesserie.
Ultimamente sono stati pubblicati gli ultimi dati sulle performance degli stati dell’UE. La Germania è la maggiore economia dell’UE e i suoi dati per il terzo trimestre mostrano che l’economia continua a crescere, ma ad un tasso di crescita che durante l’anno è rallentato: nel primo trimestre la crescita era dello 0,7%, nel secondo trimeste era dello 0,4% e nel terzo è arrivata allo 0,2%. L’ufficio federale di statistica tedesco ha dichiarato: “Gli sviluppi del commercio estero hanno avuto un effetto negativo sulla crescita. Le esportazioni sono leggermente diminuite, mentre le importazioni sono risultate leggermente in aumento rispetto ai dati del secondo trimestre 2016. Gli impulsi positivi del trimestre sono arrivati principalmente dalla domanda interna. Sia la spesa familiare che statale è riuscita ad aumentare ulteriormente”.
La decisione del Regno Unito di lasciare l’UE ha aumentato l’incertezza commerciale in Germania. Allo stesso modo, l’esatta natura della politica commerciale del neo-eletto presidente Trump potrebbe avere effetti negativi, se la retorica sulla riduzione del libero scambio e sul protezionismo venisse messa in atto.
Il PIL tedesco per il terzo trimestre è sceso al di sotto della media dello 0,3% dell’eurozona. La crescita è risultata più bassa delle aspettative in Ungaria, Slovacchia e Repubblica Ceca, ma l’Italia ha riportato una crescita che ha superato le aspettative ad un tasso dello 0,3%, riprendendosi dalla stagnazione del secondo trimestre. La Francia ha battuto i pessimisti che prevedevano una contrazione dello 0,1% con una crescita dello 0,3% nel terzo trimestre; la Spagna è cresciuta dello 0,5%, anche se il risultato è al di sotto delle previsioni. Sull’altro piatto della bilancia troviamo l’economia australiana, che è cresciuta più velocemente di quanto previsto, ad uno 0,5%; il Portogallo ha riportato una crescita economica dello 0,8%.